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Mauro:una follia far cadere il Prof

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Perme il Pdl esiste se si riconosce nel Ppe, fuori da questa scelta, che è una scelta fatta dal mio partito e dai leader del mio partito, io non mi riconosco». Parola di Mario Mauro, capogruppo del Popolo della libertà al Parlamento europeo che proprio per queste sue dichiarazioni è entrato in rotta di collisione con Berlusconi. Tant'è che molti scommettono in una sua uscita dal Pdl per dar vita a un nuovo soggetto politico pronto a tirare la volata a Monti se il Professore decidesse di scendere in campo. Ieri in una conferenza stampa a Strasburgo con il capogruppo del Ppe Joseph Daul, ha preso le distanze dalla linea dell'uomo di Arcore: «A un momento di follia vero e proprio segua un lungo periodo di assunzione di responsabilità per far capire che Monti è necessario anche domani». Berlusconi è atteso al vertice del Ppe domani mattina a Bruxelles e quella potrà essere l'occasione per un chiarimento con il dissidente ciellino. Lo strappo di Berlusconi crea un problema per la posizione del Pdl nel Ppe? «Il Pdl ha come statuto quello del Ppe. È chiaro che nel momento in cui Berlusconi dovesse adottare strategie di campagne elettorali che contrastano con quei valori e feriscono l'immagine di una nostra piena sintonia con la cultura politica del Ppe, otterremo solo di gettare nella confusione i nostri elettori mentre onestamente l'azione che è stata chiesta a Monti era di risolvere i problemi della gente. E per fare questo ci vuole tempo. Poi ricordo che non io ma Berlusconi stesso poche settimane fa aveva prospettato un Monti come punto di riferimento per i moderati italiani». Berlusconi ha lanciato alcuni temi di forte critica all'Europa e alla politica di rigore della Merkel. Lei come la mette? «Se si vuole che questa campagna elettorale sia un referendum sull'Europa, io dico che voglio l'Europa perché questa è l'unica piattaforma politica in grado di aiutare le nostre imprese e famiglie ad uscire fuori da guai. L'Europa che intendo io è quella del Ppe non della sinistra. Perché se a sinistra ci sono idee sbagliate, non vorrei che noi rispondessimo con idee confuse. Non bisogna parlare alla pancia della gente ma al cuore altrimenti si finisce con il sedere per terra». C'è chi ha prospettato una sorta di warning per Berlusocni e ha ventilato l'espulsione. «Sono dichiarazioni di una sinistra che intende speculare sulle vicende italiane. Sconcerta che il presidente del Parlamento europeo Schulz si sia espresso su vicende italiane. Io sto portando avanti una discussione affinché il mio partito resti dentro il solco del Ppe. Pertanto invito Schulz a stare zitto. Non ho bisogno di alcun soccorso rosso per sostenere la verità delle mie idee». Ma Schulz non è una voce isolata. Anche Barroso e Van Rompuy hanno criticato la decisione di Berlusconi e espresso perplessità sul suo ritorno in campo. «Ogni istitutzione ha un compito diverso ma quello che non può parlare è il presidente del Parlamento europeo che ha il dovere di equilibrio e di gestione dell'assemblea». Ma è innegabile che esista un problema Berlusconi in Europa. «Sono contro questa riduzione interpretativa. Il problema non è Berlusconi ma che questa campagna elettorale come pure quella tedesca oscilleranno tra le idee dei popolari e quelle dei populisti. Con le idee dei popolari si fa leva sul coraggio, giacché sono scelte che implicano sacrifici. Le idee dei populisti si basano sulla paura e puntano a trasformare la campagna elettorale in un referendum sull'Europa. Voglio ricordare che l'Europa ci ha dato pace e sviluppo e prima di perderle ci penserei bene». In che misura l'aumento dello spread è legato al ritorno in campo di Berlusconi? «Non credo c'entrino le dichiarazioni di Berlusconi quanto la caduta del governo tecnico. La speculazione guarda ai fatti e che il governo Monti sia caduto è un fatto grave perchè disorienta rispetto agli impegni che l'Italia potrà prendere in futuro».

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