Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Monti replica punto su punto alle tesi di Berlusconi ma nel frattempo prepara il suo futuro.

default_image

  • a
  • a
  • a

Disicuro, qualsiasi sarà la sua scelta, non si ritirerà a fare il senatore a vita. Il suo è un futuro tutto da scrivere. Di certo dipenderà dalle pressioni internazionali ma anche, molto, da quello che farà il Pdl, da come si risolverà il conflitto all'interno del centrodestra. Intanto smonta i teoremi berlusconiani. Così ieri ospite di Unomattina, ha replicato a Berlusconi sui due pilastri della campagna elettorale: lo spread e la crescita. Se per il Cav l'aumento dello spread è irrilevante, per Monti è un campanello d'allarme. Dice di essere «molto preoccupato» e avverte: «Dobbiamo stare molto attenti anche a spazzare via miti, cioè che quello che un Paese fa non ha rilievo per lo spread e per la tenuta dei titoli di Stato perchè contano solo gli interventi della Bce». E poi auspica, con una frecciata rivolta a Berlusconi che «non si trattino i cittadini in modo più sprovveduto di quello che sono, come degli sciocchi invece che come cittadini maturi». Sul tema del differenziale tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani e il Bund tedesco, fa anche dell'ironia. E riferisce un fatto privato: «Mio nipote era a casa nel pomeriggio e ha visto al telegiornale che si parlava di spread. E ha detto: mamma, ma spread sono io. Perché all'asilo lo chiamano Spread. Come vedete a volte le colpe dei nonni ricadono sui nipoti». Invita però a «non drammatizzare l'andamento dello spread. È un fenomeno che va preso con calma e freddezza. Adesso spero anzitutto che i mercati constateranno che l'Italia non è priva di governo, esiste un governo finchè non ne arriverà uno nuovo». Poi non risparmia un altro affondo al suo predecessore e ripete che «il populismo esiste in Europa e anche in Italia» e si esprime soprattutto in facile ricette miracolistiche con l'obiettivo solo di guadagnare consensi ma senza alcun fondamento e soprattutto non perseguibili. «Ogni periodo elettorale ha dato luogo a una tendenza di chi chiede il voto ai cittadini volendo iper-semplificare le cose e presentare soluzioni un po' magiche quasi per seguire i loro istinti viscerali e non per fare quello che l'uomo politico, non diciamo lo statista, deve fare: prospettare un futuro ai cittadini e non promettere ciò che non può essere mantenuto». Viceversa «è importante che ci sia questa autodisciplina da parte di tutti - continua Monti - anche per non creare fratture con l'Europa e per non trattare i cittadini come sciocchi». Nei mercati, aggiunge, «ci sono infiniti soggetti grandi e piccoli che cercano di fare i loro interessi, spesso senza scrupoli, ma non ci sono complotti di forze occulte. Io quando parlo con gli americani e gli asiatici trovo una grande domanda di Unione europea, più unita e coesa, faciliterebbe il modo di governare il mondo assieme». E se Berlusconi attacca il governo che ha bloccato la crescita peggiorando «tutti gli indicatori economici», Monti risponde secco: «Sarei felice di apprendere da qualcuno come sarebbe stato possibile quest'anno salvare l'Italia finanziariamente dal destino greco e intanto farla crescere a ritmo veloce». Poi inchioda Berlusconi alle sue responsabilità e gli chiede conto dei risultati del suo governo. «La ricetta della crescita - rilancia - sarebbe stato opportuno trovarla qualche anno prima quando per di più non c'era da curarsi della grande difficoltà finanziaria». Monti ricorda i risultati raggiunti durante il suo mandato. «Tredici mesi fa l'Italia si è trovata in condizioni finanziariamente molto molto difficili. Se ora guardiamo ai rapporti della commissione e della Bce, vediamo che abbiamo fatto un grossissimo passo avanti». Ma questo passo in avanti, non esita a dire il Prof, non è stato a costo zero. «Il costo è stato che non c'è stata crescita». Insomma alla crescita bisognava pensarci negli anni precedenti quando c'erano condizioni favorevoli e «non c'era da curarsi da una grande difficoltà finanziaria». Altro tema è quello dell'Europa vista da Berlusconi come «matrigna» e germanocentrica. Monti sottolinea il percorso fatto nell'integrazione economica, «molto meno in quella politica ma - ha puntualizzato - più di quello che sembra». «Il governo d'Europa non è perfetto ma la crisi lo spinge a fare passi avanti». A chi mette in dubbio il valore dell'Unione europea, il premier sottolinea che «i singoli governi, soprattutto alcuni, sarebbero molto più sbandati se non fossero dentro il quadro europeo». L'Europa rappresenta anche un argine alle «guerre finanziarie» che «se non ci fosse la Ue sconvolgerebbero i singoli mercati nazionali. Quindi l'Ue, soprattutto con l'euro, pone un argine a queste guerre guerreggiate finanziariamente dove spesso i singoli Paesi sarebbero soccombenti. Quindi un altro modo per armare, metaforicamente, meglio l'Unione europea». Per il premier «l'alunno Italia è uno dei grandi maestri d'Europa. Ogni Paese ha degli alti o dei bassi, negli anni scorsi, lo spirito e la regola dell'appartenenza all'Europa era stata trascurata». Quanto ai difetti dell'Unione europea, per il presidente del Consiglio «non ci sarà mai una coesione come negli Stati Uniti per diversi motivi, ma questo presenta anche dei vantaggi. Penso che in questa fase il grosso inconveniente sia che è ancora in atto un gioco cinico fra politica unitaria e quella giocata nei singoli Paesi». Monti evita accuratamente di sciogliere il nodo del suo futuro in politica. Si smarca dalle domande e sembra non gradire di sentirsi tirare per la giacca. «Non capisco questo interesse per il futuro di una persona ormai anziana. La politica è soprattutto cultura, cioè cercare di orientare la testa delle persone. L'ho fatto da professore, lo sto facendo ora, lo farò sicuramente ancora in futuro qualsiasi ruolo mi toccherà».

Dai blog