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Tornare in campo o lanciare Alfano? Oggi il vertice del Pdl con Berlusconi

Da sinistra Silvio Berlusconi con il segretario del Pdl Angelino Alfano

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È il giorno dell'ennesimo faccia a faccia tra Berlusconi, Alfano e i vertici del Pdl. Il Cavaliere ha annullato la partecipazione alla presentazione del libro di Bruno Vespa, spostandola al 12 dicembre, e ha invece convocato per oggi una riunione a palazzo Grazioli. Un rientro a Roma deciso in poche ore, dopo che invece aveva annunciato di voler restare per tutta la settimana a Milano. Sul tavolo ci sono le richieste che l'ex premier farà al suo gruppo dirigente: l'election day o, in alternativa, crisi immediata di governo. E poi no a qualsiasi modifica della legge elettorale. Tutte proposte che Angelino Alfano tenterà di dimostrare essere impossibili da accogliere. Berlusconi, tra l'altro vorrebbe stringere, arrivare a una crisi già in questa settimana. In tempo utile per arrivare a un Election Day il 10 febbraio, insieme alla Regione Lazio. L'ultimo giorno potrebbe essere giovedì, quando il consiglio dei ministri dovrebbe discutere la possibilità di fare l'Election Day. Se non ci sarà una soluzione «gradita» il cavaliere potrebbe tentare di forzare la mano. Ma il suo obiettivo è soprattutto quello di impedire in ogni modo che si arrivi a una modifica del Porcellum con l'introduzione delle preferenze. «Vuole essere lui a distribuire le carte. A decidere chi candidare in lista – commenta un parlamentare ex An – È questo il motivo della sua avversione alla modifica della legge elettorale». Gli ostacoli però sono tanti. Primo fra tutti il fatto che Berlusconi non controlla più tutto il Pdl. Sia in Senato sia alla Camera non sono tanti quelli che seguono ciecamente l'ex premier. Anzi, sono addirittura in minoranza. Ai fedelissimi del Cav si dovrebbero sommare i voti della Lega e quelli dell'Italia dei Valori, non abbastanza comunque per far cadere Mario Monti. In più c'è il rischio, molto concreto, che mandare a casa il governo prima addirittura di approvare la legge di stabilità farebbe schizzare lo spread a livelli insostenibili, dopo che in questi giorni è sceso sotto la soglia dei 300 punti. «Far cadere il governo? Non scherziamo – commenta Silvano Moffa di Popolo e Territorio ed ex Pdl – Anche se volesse Berlusconi non ha i voti sufficienti per un'operazione del genere. E poi che cosa racconteremmo all'Europa?». Berlusconi però sembra deciso a tentare l'affondo. E oggi lo dirà nella riunione con i suoi. Il Cavaliere non è tanto interessato a vincere le prossime elezioni, cosa che non pensa più sia possibile ma a creare un partito, Forza Italia 2.0, con persone scelte da lui. Via tutto l'apparato che non sopporta più, dentro facce giovani e imprenditori non legati alla politica per creare qualcosa di nuovo. L'idea è pronta da mesi ma Berlusconi non vuole farsi dettare i tempi da nessuno per presentarla. E per il momento a nulla valgono i sondaggi della fedele Alessandra Ghisleri che danno il suo nuovo movimento poco al di sotto del 5 per cento e le richieste dei figli, Marina e Pier Silvio, che gli sconsigliano di ritentare di nuovo in prima persona in politica. Anzi, durante una delle ultime riunioni fatte a Mediaset il Cavaliere ha ribadito che alle prossime elezioni ci sarà «una sorpresa».

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