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Via dall'Afghanistan entro la fine del 2014

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Caso marò: «Con l'India un'ombra che va rimossa»

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Doppiointervento del ministro Giulio Terzi sulle prinicipali questioni internazionali che vedono coinvolta l'Italia. Il primo ieri mattina nel corso della trasmissione «Radio Anch'io», il secondo davanti alle Commissioni esteri del Parlamento riunite a Palazzo Madama. Confermata la fine delle operazioni italiane in Afghanistan: il ritiro delle nostre truppe è fissato per il 2014. «C'è un ruolino di marcia confermato dal vertice Nato di Chicago» dove «abbiamo preso un impegno finanziario per il 2014-2017. Siamo legati al principio fondamentale della solidarietà, tra europei e tra alleati. Il ripiegamento delle nostre forze avverrà in un contesto di progressiva transizione entro la fine del 2014». Per quanto riguarda la presenza dei militari italiani in Libano, invece, i tempi di un eventuale ritiro sono incerti, anche alla luce del «quadro più fragile» dell'area e di quello che sta accadendo in Siria. E proprio la crisi del Paese mediorientale è fonte di grande preoccupazione. L'Italia, ha precisato Terzi, è disponibile per continuare a contribuire alla missione degli osservatori e «da diverse settimane sta lavorando affinchè la Russia sia coinvolta maggiormente» a una soluzione: «Non ci si può limitare a un contesto Nato ed Europeo, ma dev'esserci un contesto più ampio che non può non essere il consiglio di sicurezza Onu», ha aggiunto. Russia e Iran sono due realtà chiave, insieme alla Lega araba, nella ricerca della soluzione. «È difficile immaginare una riedizione della Libia, che non sarebbe attuabile se non a costi immensi di conflagrazione regionale». I timori sono anche per possibili ondate di rifugiati verso le nostre coste attraverso l'Egitto. A proposito di immigrazione, Terzi ha chiarito che i respingimenti in mare non sono nell'agenda del governo. Per quanto riguarda i marò, il responsabile della Farnesina ha ammesso che «abbiamo una grande difficoltà con l'India» ma «è in atto un negoziato sul quale ho motivi di fiducia. È un grosso problema che si è creato a causa di una trappola costruita a livello locale nei confronti della Lexie. Non si può cambiare radicalmente il rapporto tra due Paesi amici come Italia e India, ma questa è un'ombra che va rimossa, i nostri uomini devono tornare a casa». Per il ministro «ci sono stati progressi significativi sul piano delle procedure legali». Quanto alla cooperante italiana rapita in Algeria a ottobre, «sappiamo che Rossella Urru è in buone condizioni - ha detto - Ho motivo di ritenere che sia vicina la soluzione, ma non voglio dare falsi segnali», invitando alla riservatezza. Infine, Terzi ha dichiarato che l'Africa è la «nuova frontiera su cui lavorare» per la politica estera italiana.

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