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La Lega si prepara alla guerra contro «Monti-Barbarossa»

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No Imu day Maroni: «Alcuni nostri sindaci non fanno pagare la tassa, altri non approveranno il bilancio. E violeranno il Patto di Stabilità»

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Un'immagineche racchiude tutto il senso del «No Imu day» organizzato dalla Lega a Verona. Perché non c'è differenza tra la battaglia condotta dal leggendario cavaliere e la «guerra istituzionale» che il Caroccio è pronto a combattere. Per dirla con le parole del leader in pectore Roberto Maroni: «Rifondiamo la Lega dei liberi comuni contro Monti-Barbarossa abbiamo vinto secoli fa e vinceremo di nuovo». Si comincia subito dalla tassa più odiosa e più odiata: quella sulla casa. Anche se il partito non ha una linea unitaria. «Alcuni nostri sindaci - spiega l'ex ministro dell'Interno - non fanno pagare l'Imu, lo mettono allo zero per cento; altri lo pagano loro per i cittadini; altri come forma di protesta non approveranno il bilancio». Ma il primo cittadino di Verona e padrone di casa Flavio Tosi sottolinea che «ogni realtà fa storia a sé». «Chi ha più seconde case - aggiunge - può abbassare la tassa sulla prima. Bisogna fare meno danni possibile». Anche perché, prosegue, «l'invito all'obiezione fiscale lo fai se hai gli strumenti di difesa: mandare allo sbaraglio la gente sull'Imu sarebbe scorretto». Giusto quindi protestare e fare capire al governo «cosa pensa la gente», ma massima attenzione a non mettere ulteriormente in difficoltà le persone nei confronti dello Stato. Questo non significa che la Lega si fermerà. Anzi. «La protesta non finisce qui - assicura Maroni -: continuerà e diverrà forte in autunno quando i nostri sindaci violeranno il Patto di Stabilità». Per il resto le parole d'ordine lanciate dal palco veronese sono quelle care al Carroccio. Dalla necessità di «licenziare il governo a cominciare dalla Fornero» alle «elezioni anticipate» che non fanno paura, passando attraverso un appello ai parlamentari del Nord («combattano questo governo delle balle e del disastro sociale») e ad Angelino Alfano: «Tolga la spina al governo, poi ricominceremo a parlare». C'è anche l'annuncio che la «macroregione padana» (Veneto, Lombardia, Piemonte), porterà avanti un'azione comune a sostegno degli esodati. Sullo sfondo, come spesso accade negli ultimi appuntamenti leghisti, la battaglia per la leadership del partito. Sul palco di Verona c'è anche Umberto Bossi. Quando il pubblico ineggia a Bobo lui si schernisce e invita i presenti a inneggiare alla Lega. Dal canto suo il Senatùr rilancia il tema della secessione. Un evergreen. Dopotutto il Carroccio sogna un ritorno alle origini.

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