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Senza l'euro l'auto europea si ferma ai box

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Previsione L'ad Marchionne stima l'impatto del crac della moneta unica sul comparto «Nell'Ue si perderebbero 2-3 milioni di veicoli. La produzione sotto quota 10 milioni di unità»

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o.Il mercato italiano questanno «non mostra segnali di miglioramento. E si fermerà a 1,4 milioni di auto vendute. Nel 2007 erano 2,1 milioni, quindi saremo al 40% in meno» ha spiegato ieri l'ad della Fiat Sergio Marchionne nella laguna di Venezia, al consiglio per le Relazioni fra Italia e Usa. Insomma una quasi catastrofe. Ma dato che al peggio non c'è mai fine lo stesso manager ha messo in evidenca il pericolo vero che il mercato si possa praticamente fermare. E cioè «la scomparsa dell'euro è una concreta possibilità, una situazione orribile che avrebbe un impatto gravissimo sull'Europa e sul suo mercato dell'auto» ha spiegato l'amministratore delegato della casa del Lingotto che non ha nascosto le preoccupazioni sulla situazione europea. Il numero uno della casa torinese, ormai internazionalizzata dopo la fusione con la Chrysler ha comunque rassicurato gli intervenuti al meeting ma anche gli analisti e gli operatori finanziari. La Fiat infatti ha confermato i target, gli obiettivi commerciali previsti del 2012 ma ha ammesso anche un rallentamento del piano di investimenti in Italia che non riguarda però lo stabilimento di Mirafiori. Quanto alla stima più nera della rottura della moneta unica Marchionne ha quantificato gli effetti sul comparto automobilistico. «Se l'euro scomparisse, si perderebbero 2-3 milioni di vetture nella prima botta e il mercato europeo scenderebbe sotto i dieci milioni di vetture il primo anno». «Garantito», ha detto il manager della Fiat, per il quale «sarà invece minimo l'impatto sul mercato americano a parte l'effetto psicologico di un fallimento del sistema». Il Lingotto però ha già «un maggiore meccanismo di difesa contro la potenziale scomparsa dell'euro perché la maggioranza dei ricavi e degli utili di Fiat e di Industrial arriva dal di fuori dell'Eurozona». Quello che perderà in Europa «sarà molto meno significativo» perché «in America c'è domanda, quindi c'è un mercato che sta crescendo e che si sta risanando mentre in Europa stiamo arrivando esattamente all'opposto. Sono cinque anni di seguito che il mercato dell'auto sta scendendo e non ha niente a che fare con l'investire in modo nuovo. Risponderemo al mercato quando ci sarà una ripresa». «È uno stato di incredibile confusione - ha osservato Marchionne - e bisogna gestirlo con sangue freddo. La speranza è che i politici facciano qualcosa e il premier Monti è la persona più vicina. Sa cosa succede qui ma anche in Europa. Porta avanti la discussione con i colleghi tedeschi e - aggiunge con tono ironico - con la beneamata Cancelliera». Per la Fiat le cose nel secondo trimestre in Europa «sono un po' migliorate», ma bisogna aspettare i dati di giugno. Per ora non c'è alcun segnale positivo invece dal mercato italiano dell'auto, ma Marchionne prevede un ritorno a quota due milioni nel 2014. Un aiuto nel frattempo può venire dal nuovo partner Mazda, ma non solo: «La nostra rete di produzione è a disposizione di qualsiasi costruttore. Ho dato la disponibilità a Mazda. Siamo pronti a fare qualsiasi cosa serva a utilizzare i nostri stabilimenti». Marchionne ha parlato anche del progetto di fusione Industrial e Cnh: «Non è stato ancora deciso se sarà quotata a Piazza Affari, mentre è certo che nel nome della futura società non ci sarà più Fiat».

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