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La parata sobria finisce in rissa politica

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Un momento della Parata militare in occasione della festa del 2 giugno 2012 a Roma.

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Quando uno Stato rinuncia ai propri simboli, vuol dire che le istituzioni sono moribonde. Mi dispiace, ma l'esito finale della Festa della Repubblica a Roma è un disastro. Non esistono celebrazioni “sobrie”, ma eventi che devono essere ricordati con la forza propria di uno Stato. E questo non è stato fatto: non far volare le Frecce Tricolori, ridurre il numero dei militari che sfilavano, silenziare i suoni e la musica, rinunciare ai carri, ha prodotto un effetto surreale: uno Stato in ritirata strategica. Napolitano ha fatto bene a non cancellare la celebrazione, ma la scelta di dare un segnale alle spinte demagogiche non è stata felice. L'avevo scritto fin dal primo giorno: lo Stato non chiude. Mai. E neppure “taglia” o depotenzia i simbolici che lo rendono tale. Lo Stato è diritto e forza. E il risultato devastante è che ora infuriano le polemiche e le menti sono ben confuse. Un triste spettacolo. Ci sono quelli che parlano di “spreco di soldi” nonostante tutto (Italia dei Valori), quelli che non ci sono andati (Alemanno ed altri), quelli che ci sono andati per salvare la faccia con il Quirinale, per poi dirsi “perplessi” (Zingaretti) e nello stesso tempo potersi giustificare con la formula “però era una manifestazione sobria”. L'elenco è lungo, e dimostra che la frittata è stata fatta buttando le uova in padella tanto per cucinare qualcosa e poi lasciando i fornelli accesi all'infinito. E mentre a Roma i politici litigano sui propri errori ed orrori e i demagoghi a buon mercato speculano su ogni lutto senza avere un minimo di memoria storica e pudore, in Afghanistan i nostri soldati fanno il loro dovere e così in tutti i teatri esteri e nazionali in cui sono chiamati a fare il loro lavoro. E' l'antico mestiere delle armi che ci ha consentito di essere una democrazia e non una dittatura. E al posto di quei militari che rischiano la vita tutti i giorni, io mi sentirei offeso. E penserei che la Patria è una cosa bella, ma questa classe dirigente sta facendo di tutto per non meritarla, talmente grande è l'ipocrisia che circonda le istituzioni.  

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