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Gotti Tedeschi: «Spero che lo Spirito Santo illumini anche Anderson»

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Cosìl'ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, si è espresso dopo le dichiarazioni rilasciate sulla stampa da Carl Anderson, membro del board dell'Istituto, secondo cui Gotti ha mancato di «trasparenza». Il banchiere continua nella sua linea di non rilasciare dichiarazioni sulla vicenda che lo ha portato all'estromissione dal vertice dell'Istituto per le opere religiose. Chi invece continua a dire la sua è Gianluigi Nuzzi, giornalista e autore, tra l'altro, del libro «Sua Santità» che ha gettato ulteriore scompiglio all'interno dei Sacri Palazzi. «Il Vaticano è una monarchia assoluta, dove l'informazione viene gestita con estrema attenzione» ma nessuno, all'interno del Vaticano, muove critiche al Pontefice: semmai «a lui si rivolgono per la presunta inadeguatezza di alcuni suoi collaboratori». E in questo scontro in corso «il più bersagliato è senza dubbio il segretario di Stato, il cardinale Bertone» ha detto Nuzzi nel corso della «Telefonata» con Maurizio Belpietro ieri mattina su Canale 5. «Questa vicenda - secondo Nuzzi - nasce dalla morte di Wojtyla: un gruppo di persone all'interno del Vaticano ha iniziato a vivere con sofferenza rispetto agli scandali e ai misteri che si sono susseguiti». Il giornalista fa notare poi che «è almeno dal 2006 che ci sono persone che raccolgono documenti e li rendono pubblici passandoli ai giornali». Quanto alla vicenda di mons. Viganò, fino allo scorso ottobre segretario del Governatorato della Città del Vaticano e che dopo la denuncia di alcuni casi di corruzione finì trasferito alla nunziatura diplomatica di Washington, Nuzzi si chiede come sia possibile: «Se le denunce sono false uno finisce nei guai e non viene promosso, se sono vere non viene allontanato. Le regole in questa monarchia assoluta, insomma, non sono proprio uguali alle nostre». Per il giornalista, «lo scontro in atto in Vaticano non è dovuto solo ad una "guerra" tra gruppi avversi di porporati ma è una questione più di sistema: c'è una certa insofferenza verso la segretezza, verso il non sapere». «A me sorprende - dice ancora il Nuzzi riferendosi a Paolo Gabriele, il maggiordomo del Pontefice arrestato la scorsa settimana - che tutto ciò venga fatto senza un atto di accusa pubblico: dobbiamo fidarci delle povere, scarne notizie che arrivano Oltretevere, tutto avviene nella massima segretezza». Nuzzi, però, dimentica che c'è un'inchiesta in corso. A Gabriele e agli altri personaggi coinvolti «va la mia solidarietà e vicinanza: perdere la libertà personale è la cosa peggiore che possa mai capitare. In Italia - aggiunge - nessuno può stare in una camera di sicurezza per più di 72 ore senza un formale e pubblico atto d'accusa. Se accadesse in qualsiasi Paese occidentale di arrestare qualcuno e fare retate come se si trattasse di delinquenti, mentre si tratta invece di persone che passano notizie vere ai giornali, si darebbe il via a raccolte di firme per la loro liberazione: questo è il sale della democrazia». Nuzzi ricorda che due giorni fa il Corriere della sera ha messo in rete un documento riservato dello Ior. «I documenti fanno parte dell'anima del giornalismo; senza notizie non si fanno i giornali e le notizie vengono confermate dai documenti», conclude Nuzzi. «Emergerà che le mie fonti non sono corvi ma colombe. I corvi inquinano con anonimi, le colombe fanno conoscere vicende con documenti», ha scritto ieri il giornalista su Twitter.

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