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Metà elettorato è rimasto a casa

Elezioni

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Solo la metà degli italiani è andata a votare, domenica e ieri, per il turno di ballottaggio che chiamava alle urne poco più di 4,5 milioni di elettori in 118 comuni sparsi da nord a sud. Alle 15, infatti, la percentuale dei votanti si è fermata al 51,4% mentre al primo turno aveva votato il 64,5% degli aventi diritto. Ancora più forte il crollo dell'affluenza in Sicilia: alla chiusura definitiva delle urne, nei 18 comuni siciliani coinvolti nel turno di ballottaggio per l'elezione dei sindaci, avevano votato 531.631 elettori, pari al 47,46% degli aventi diritto. Alla stessa ora, negli stessi comuni, al primo turno si erano recati alle urne, invece, in 756.880, pari al 67,57%, con un calo complessivo, quindi, del 20,11%. In picchiata l'affluenza nei tre comuni capoluogo di provincia interessati dal turno di ballottaggio: a Palermo ha votato il 39,73%, con un -23,46% rispetto al primo turno, a Trapani il 39,84% (-24,80%) ad Agrigento il 52,79% (-19,54%). L'attentato a Brindisi costato la vita ad una ragazza di soli 16 anni sabato, il terremoto in Emilia Romagna domenica e, in Sicilia, l'annuncio del governatore della Regione, Raffaele Lombardo, di dimettersi il prossimo 28 luglio, oltre al clima di generale malessere nei confronti della politica, possono spiegare il motivo di questa disaffezione alle urne. Che è stata forte ovunque, con pochissime eccezioni: in Umbria ha votato quasi la stessa percentuale di due settimane fa. Ieri alle 15 era infatti andata alle urne il 72,9% della popolazione contro il 73,8% del 6 e 7 maggio. In Emilia Romagna, la differenza di elettori andati ai seggi, seppure alta, è stata più contenuta rispetto ad altre regioni: ha votato il 58,9% contro il 64,6% di due settimane fa. A Parma lo scostamento è stato leggero: 61,2% di votanti al ballottaggio, 64,5% al primo turno. Forte il calo dei votanti invece a Genova dove ha voluto scegliere il sindaco solo il 39.08% degli elettori. Al primo turno la percentuale dei votanti era stata del 55.52%. Per il Comune la percentuale del 39.08% è il minimo storico registrato nella città. Calo di oltre 21 punti percentuali a Trani, dove tra domenica e lunedì ha votato il 54,2 contro il 75,9 del primo turno. Fortissimo anche il calo di votanti a Monza, che sono stati il 44,1% contro il 59,7% del primo turno, a Como (42,7% al ballottaggio e 60,3% al primo turno) e a Cuneo, passata dal 68,8% di due settimane fa al 53,5% di questa tornata. Male, infine, anche l'Aquila dove aveva votato il 72,4% al primo turno ma ieri e oggi solo il 58,1% ha scelto il sindaco. Ma nelle pieghe di un voto «a metà» ci sono anche molte curiosità. La Lega Nord ha perso 7 su 7 ballottaggi a cui partecipava con un candidato sindaco: è stata sconfitta, infatti, a Cantù, Palazzolo, Meda, Tradate, Senago, Thiene e San Giovanni Lupatoto. A Meda (Monza e Brianza) ha vinto per un solo voto il candidato del centrosinistra Gianni Caimi. Meda era il Comune dove la Lega Nord aveva ottenuto il suo primo sindaco nel 1992. Proprio qui il candidato del Carroccio, il sindaco uscente Giorgio Taveggia, è stato sconfitto per 3867 voti contro 3866, pari al 50,01% contro il 49,99%. Sterza a sinistra anche Monza, considerata una delle roccaforti del «berlusconismo», anche per la sua vicinanza ad Arcore, dove l'ex premier ha la sua più famosa residenza, e nonostante gli sforzi del Cavaliere in persona che per il primo turno aveva scelto proprio il capoluogo brianzolo per la sua unica uscita elettorale. A Monza tuttavia il centrosinistra vinse già nel 2002 con Michele Faglia, prima del quinquennio del leghista Marco Mariani, uscito subito al primo turno. Ieri il il candidato del centrosinistra, Roberto Scanavatti, con il 58,2%, ha battuto Andrea Mandelli (centrodestra). Nel paese natale di Umberto Bossi, Cassano Magnago, 22 mila abitanti in provincia di Varese, vince il candidato di Pdl e Udc al ballottaggio. Anche qui la Lega era stata sconfitta al primo turno ed esclusa dal ballottaggio. E forse è stato proprio il voto dei leghisti (19,1% due settimane fa) a favorire il recupero del candidato del Pdl (Nicola Poliseno, da ieri nuovo sindaco con oltre il 52%) che il 6 e 7 maggio aveva ottenuto il 32,6% contro il 39,9% di Mauro Zaffaroni, sostenuto dal centrosinistra, che invece si è fermato al 47,2% Resta invece al centrosinistra Sesto San Giovanni (Milano), scossa di recente dall'inchiesta della Procura di Monza su un presunto giro di tangenti, che è sempre stata governata, dal secondo dopoguerra in poi, dal centrosinistra.

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