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Il Cav accelera sui moderati "Subito il partito con Pier"

Silvio Berlusconi e Mario Monti

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Nessuno sgambetto al governo Monti e una accelerazione decisa su una nuova aggregazione di tutti i moderati. Silvio Berlusconi, dopo il pranzo con il premier di ieri è cautamente ottimista sulla possibilità di trovare un accordo con il leader centrista e contemporaneamente, nella riunione di ieri sera a palazzo Grazioli con i vertici del Pdl, ha frenato le intemperanze di chi vorrebbe «affondare» quanto prima il governo. Farlo ora, ha spiegato il Cavaliere per l'ennesima volta, con la crisi che ancora morde l'economia italiana e quella di tutta l'Europa, sarebbe un suicidio. Meglio, molto meglio, andare avanti con il Professore fino al 2013. E per dimostrare le sue «buone intenzioni» ieri è andato alla Camera a votare la fiducia sul decreto sulle commissioni bancarie. L'incontro con Monti a palazzo Chigi, durato oltre due ore e al quale hanno partecipato Angelino Alfano, Gianni Letta e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, è servito a fare un'analisi a 360 gradi di tutti i principali temi di attualità politica ed economica. Ma la preoccupazione più forte ha riguardato la crisi greca e i possibili effetti sui mercati finanziari e sul nostro Paese. Il Cavaliere ha ribadito ancora una volta che d'ora in poi il Pdl voterà solo i provvedimenti del governo che gli piacciono. Il sostegno ai tecnici, insomma, sarà leale ma non incondizionato. «Nessuno accetterà provvedimenti a scatola chiusa», ha confidato un ex ministro del Pdl. Anche perché Berlusconi, spiegano nel partito, ha sempre più difficoltà a tenere a bada il malcontento crescente degli «antimontiani», soprattutto tra quelli che provengono da An. «L'incontro con Monti è andato bene – ha spiegato il Cav ai vertici del partito – abbiamo chiarito quello che c'era da chiarire, è stato un confronto schietto e dobbiamo sostenerlo fino al 2013». Ma il sostegno al governo, ha spiegato il Cavaliere al premier, non può prescindere dal «no» a nuove tasse, per non aggravare ulteriormente famiglie e imprese. E a Mario Monti ha snocciolato tutte le perplessità del suo partito su fisco (dall'Imu all'Iva) e riforme, a cominciare da quella sul lavoro. Nella riunione si è parlato anche di Rai e giustizia seppure con toni sfumati. Sulle nomine del servizio pubblico c'è infatti una impasse dovuta alle intenzioni del Governo di individuare delle personalità di alto profilo da mettere al vertice di viale Mazzini e alle insistenze dei partiti di far entrare in rosa propri candidati. Ma oltre all'incontro con il presidente del Consiglio Berlusconi si è dedicato al futuro politico del centrodestra. Il Cavaliere insiste sulla federazione dei moderati, sapendo che dopo il flop del Terzo Polo alle amministrative questo è il momento giusto per scavalcare al centro Casini e occupare il vuoto lasciato dal centrodestra. E per centrare questo obiettivo l'ex premier si muove a 360 gradi. L'obiettivo è portare dalla sua parte i moderati delusi e in fuga da Fli, Api e Udc. Nello stesso tempo starebbe lavorando ai fianchi Luca Cordero di Montezemolo per coinvolgerlo nel suo nuovo progetto politico: i contatti con il presidente della Ferrari non si sono mai interrotti, ma settimane di corteggiamento, assicurano in ambienti vicini a «Italia Futura», non sarebbero bastati per convincere l'ex leader di Confindustria. In questi giorni, infatti, si rincorrono varie voci sul futuro del Pdl. Si parla di una lista «Forza Silvio» che però i sondaggi avrebbero stimato massimo al 10-11%. Ma c'è anche chi giura che Berlusconi stia pensando di affidare proprio a Montezemolo la guida del nuovo soggetto politico di centro. Una ipotesi che però non convince molti esponenti del partito, specialmente gli ex di An. I quali confidano che Berlusconi non avrebbe alcun interesse a lasciare il «boccino» al presidente della Ferrari, anche perché Angelino Alfano verrebbe scavalcato e si creerebbero nuove tensioni nella galassia del Pdl per dar spazio alle «truppe di Montezemolo». Di certo il Cav vuole accelerare sulla Confederazione dei moderati e starebbe pensando alla creazione di gruppi parlamentari autonomi. In queste ore, infatti, in tanti scommettono che dopo i ballottaggi «Berlusconi inventerà qualcosa di nuovo, per dare quel segnale di cambiamento atteso da tutti, dopo il flop delle amministrative». E anche Giancarlo Galan, berlusconiano doc, da sempre convinto della necessità di recuperare lo spirito del '94, non esclude che «presto possa accadere qualcosa di importante».

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