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Pier Ferdinando Casini si guarda intorno.

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Cosìieri si è riavvicinato a Fini – ma non al suo partito – e ha ripetuto l'appello ai «responsabili» del Pdl per riunirsi. Parole che hanno trovato molta attenzione dalle parti di via dell'Umiltà visto che da mesi Silvio Berlusconi ripete che con Casini bisogna ritrovare l'unità perduta. Ed è per questo che ha lasciato carta bianca a Beppe Pisanu e a Lamberto Dini per «trattare» con il leader dell'Udc. Il quale sembra sempre più intenzionato a disfarsi del peso di Futuro e Libertà e dell'Api di Rutelli per puntare a creare qualcosa di nuovo che ruoti intorno a un polo dei moderati. Un progetto che include il leader di Fli, come ieri ha spiegato chiaramente: «A me interessa il rapporto personale con Fini, verso il quale ho grande rispetto». Ma subito dopo ha precisato qual è il suo pensiero verso la parte di Fli più «estremista» che considera evidentemente poco omogenea al suo progetto: «Poi non è che mi sveglio pensando a Granata e mi addormento pensando a Briguglio». Parole che hanno provocato molti malumori dentro Futuro e Libertà visto che in una intervista a «Repubblica» Italo Bocchino si era spinto di nuovo a ipotizzare un'alleanza alle prossime elezioni con i Democratici. «Penso che una larga coalizione sarà tanto più forte quanto più riuscirà a tagliare gli estremi – era stata la sua proposta – Dunque, la Lega e le ali più oltranziste del berlusconismo, da una parte, Vendola e Di Pietro dall'altra. Se Bersani e il Pd comprenderanno questo, se eviteranno l'abbraccio mortale di Sel e Idv, allora i moderati che oggi si ritrovano nel Terzo Polo e i Democratici potranno garantire un governo stabile al Paese». Gianfranco Fini ha cercato subito di bloccare «rumors» e tensioni con una serie di riunioni mattutine con i suoi uomini: Bocchino, Menia e Della Vedova. Ai quali ha imposto, in questo momento, la linea del silenzio. Ribadendo, in perfetta sintonia con quanto detto da Casini, di non voler più sentire le «sparate» di Carmelo Briguglio e Fabio Granata. Ma per gli ex alleati del Terzo Polo ieri è stata una giornata piena di consultazioni: nel pomeriggio Casini insieme a Roberto Menia e a Barbara Contini ha incontrato il ministro degli Esteri Giulio Terzi mentre Francesco Rutelli è andato al gruppo per parlare con Benedetto Della Vedova. Quest'ultimo oggi ha una manifestazione a Saronno alla quale però Gianfranco Fini all'ultimo momento avrebbe deciso di non partecipare. Un altro segnale di quanto sia tesa l'atmosfera dentro Fli. Ma il presidente della Camera e il leader dell'Api non sono certo in cima ai pensieri di Pier Ferdinando Casini. Il leader dell'Udc guarda con molta più attenzione verso il Pdl. E ieri lo ha ribadito a chi gli chiedeva se c'è il rischio che qualcuno decida di far cadere il governo: «Sono convinto che ci sono forze responsabili all'interno del Pdl, che hanno fatto prevalere l'appoggio a Monti e che non sono assolutamente intenzionate a portare l'Italia sul baratro o sull'orlo di un'avventura molto brutta». «Non è il momento di tornare indietro, è il momento di guardare avanti e avere senso di responsabilità – ha proseguito – in giro si vede troppa irresponsabilità, persone che non sembrano rendersi conto della situazione drammatica che potenzialmente è ancora davanti a noi. Sarà stucchevole dirlo ma questo è il momento della responsabilità, c'è bisogno di iniettare liquidità nel sistema, cominciare a pagare le imprese. C'è bisogno che l'Europa parli di crescita e di Governo è fermamente impegnato in questo». Dal Pdl i segnali che arrivano al leader dell'Udc sono incoraggianti. «Ho letto le dichiarazioni di Casini sul fronte dei moderati. Sono certamente di buon auspicio, ma speriamo che questa volta alle parole seguano i fatti – commenta Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori del Popolo della Libertà – Le sue dichiarazioni vanno nel senso di dover costruire insieme, piuttosto che chiedere sempre a qualcuno di fare un passo indietro. Questo è il momento per il Paese di fare un passo in avanti».

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