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Santoro assalta la Rai: "Mi candido Dg"

Michele Santoro

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Nel silenzio più totale, senza alcun clamore, santa Lorenza ha fatto il miracolo: al timone del più traballante carrozzone dell'Italia Repubblicana, la Rai, ha pareggiato il bilancio. Non solo, ha fatto qualche spicciolo (che comunque sono milioni) di utile. Non se n'è accorto (quasi) nessuno, se no un bel ministero a Lei, cioè a santa Lorenza Lei, non glielo negava nessuno. L'unico che (forse) se ne è avveduto è il moschettiere del re Michele Santoro il quale, di fronte al pareggio di bilancio, anzi, orrore, al segno «più», da buon uomo di sinistra ha subito pensato di candidarsi come viceré di viale Mazzini, forse per rimettere a posto questa anomalia. Don Michele proprio ieri ha ufficializzato la sua candidatura a prossimo (spera lui) direttore generale della Rai, in tandem con Carlo Freccero, attuale direttore di Rai 4, candidato invece a presidente dell'azienda di viale Mazzini. Curioso che la proposta arrivi proprio ora che la Rai è «stabile» ed economicamente «a posto». L'ufficializzazione della candidatura (che volava nell'aria già da un po') è stata fatta dallo stesso Santoro nel corso della trasmissione «In mezz'ora», in onda su Rai3 e condotta da Lucia Annunziata. Un annuncio in diretta fatto direttamente in casa Rai. «Io e Freccero potremmo affrontare - ha detto il teleconduttore - il dibattito con altri ticket di candidati e venirne fuori bene. Abbiamo esperienza». Santoro ha aggiunto che «bisogna puntare sulla multimedialità, se si vuole prendere in mano la Rai senza fare tagli dolorosi all'occupazione, bisogna investire sulla multimedialità, su progetti orizzontali». Ma a che serve? La Rai è già in pareggio, è a posto, magari l'Italia stesse così. Come ha detto l'ex premier Berlusconi: «Lo scorso anno ha chiuso con il bilancio in attivo, non c'è quindi necessità di un commissariamento. C'è già una legge che ne regola la governance e non vedo l'utilità di cambiarla». Ma lui, don Michele, ha annunciato che in tandem con Freccero manderanno i propri curricula al premier Monti, al presidente della Repubblica Napolitano, e «vedremo se li analizzeranno» e ha poi precisato che «a noi sta a cuore il problema del servizio pubblico e affrontiamo un principio: chi aspira a una nomina deve dirlo in modo trasparente, in maniera chiara, davanti a tutti e non andando a parlare con Bisignani... Li voglio vedere quelli che fanno parte delle cricche, delle camarille, che presentano curriculum e accettano di perdere... Vediamo cosa succede, di solito abbiamo buone risposte dalla rete web. Milioni di persone che si possono mettere in cammino...». Un'antica consuetudine italica vede un gran numero di persone accorrere in soccorso del vincitore. Il servizio pubblico è attualmente a posto. Guardacaso quando si è liberato di Santoro. Il quale non è più contento di stare a sinistra, ma vuole «essere» la sinistra. «Il Pd non è che può stare sull'Aventino», sulla questione Rai, ha detto ancora Santoro, «bisognerebbe costringere Monti a non aspettare le decisioni dei politici, ma ad anticiparle indicando nomi e qualità per portare il progetto di svincolamento della Rai dal condizionamento dei partiti». Insomma, Santoro sfida Monti, il quale, nel ruolo di presidente del Consiglio italiano in mezzo alla peggiore crisi economica dell'era contemporanea dopo il crollo del '29, forse, si immagina, avrà anche altro a cui pensare oltre che a riformare una delle poche cose dell'Universo Italia che sono a posto. Ma la sinistra, o quello che ne è rimasto, evidentemente la pensa in modo diverso. Santa Lorenza aiutaci tu.

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