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«I leghisti? Camicie verdi ma conti in rosso»

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Sembraaver cambiato tormentone Roberto Benigni nel suo show a «Che tempo che fa» di Fabio Fazio ieri sera su Rai3. Delle sue battute, dette in punta di fioretto ma pesanti come pietre, questa volta a fare le spese è il partito di Umberto Bossi e i suoi guai giudiziari. Anche il film di Woody Allen, «To Rome with love», a cui il comico toscano prende parte è stato un po' tanto oscurato dalla verve irresistibile sul senatur e family. Mentre è stato ribadito tutto l'amore per l'Unità d'Italia e il Risorgimento. Prima c'è stato l'omaggiò all'ex premier: «Berlusconi mi manca, ma ogni risposta a questa domanda è un tranello. Se dici "No, non mi manca" sembra brutto verso lui. Se dici "Sì, mi manca" sembra bruttissimo verso di noi». Quindi il j'accuse sarcastico verso la Lega: «Camicie verdi, lauree in bianco e conti in rosso: ecco la bandiera tricolore della Lega. Dove è Umberto? Andiamo in Tanzania io e te, si fonda "Tanzania libera", il sindacato tanzano il Sinta, con l'ampolla dell'acqua del Nilo, ci dividiamo da quei terroni del Kenia. Umberto ci portiamo Renzo, guida lui la macchina ci facciamo un film on the road. Ci abbiamo l'autista, ci abbiamo un bancomat, ma lui non conosceva il pin». «Adesso - è andato avanti lo sketch - abbiamo i lingotti, i dobloni, era dal tempo di Paperon de Paperoni che non sentivo parlare di forzieri. C'è i lingotti d'oro della Lega, i dobloni. Ma questo è un cartone animato bellissimo». «Libri di magia nera? La notizia è già che a casa di Bossi c'erano dei libri - ha ancora scherzato - Già è una cosa bellissima, poi un doblone, poi dei libri di magia nera. I libri di magia nera mi hanno fatto un po' impressione. C'è stato un fraintendimento lì. Siccome la moglie di Bossi faceva tutti questi investimenti, tutti le ripetevano: "Signora ci vuole la fattura"». Quindi nel suo stile una «carezza»: «Ma guarda la Lega, la Tanzania. Adesso vive un momento difficile. Mando un saluto alla base leghista base che è di grandi lavoratori, operai, imprenditori che sapranno riprendersi. Sapranno coltivare il federalismo e abbandonare quell'altra cosa che è terribile e crea solo disgrazie e violenze e secessioni». «Sei qui anche perché volevamo parlare del film di Allen?, ricordi», gli ha detto Fazio. E Benigni ha finto di essere il regista newyorkese: «Benigni è una persona esuberante - ha "delirato" - è un genio. Io stesso quando l'ho visto ho detto "Ma chi sono io?". Parlo italiano perché me lo ha insegnato Benigni». Quindi un accenno alla trasmissione «feticcio» con Saviano: «Se fai di nuovo "Vieni via con me" vengo gratis alla prima puntata». C. S.

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