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Il Pd vuole la gogna per i commercianti

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Contrastare l'evasione fiscale è sacrosanto. Ma le liste nere per i commercianti cattivi, intesi per tali quelli che non emettono lo scontrino fiscale, proprio no. Così in omaggio a un principio liberale, ma anche di umano buonsenso, visto che la gogna (anche quella mediatica) è un retaggio dell'epoca medievale, il Parlamento ha avuto ieri un sussulto di garantismo con i partiti maggiori, Pdl, Lega e Pd, che hanno messo la loro firma sugli emendamenti soppressivi alla norma del decreto fiscale, attualmente all'esame delle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato. Passi controllare tutti i movimenti bancari sui conti degli italiani, con il rischio di una compressione della privacy mai sperimentato in Italia, passino i blitz di Cortina e nella movida romana, passi tutto, ma le liste no. Sono apparse un po' troppo agli eletti dal popolo italiani. Questo almeno il principio fatto proprio dai senatori. Tutti. Poi qualcuno non pago delle costruzione, pezzo dopo pezzo, di un autentico stato di polizia fiscale ci ha ripensato. Nella fattispecie il Partito Democratico con una piroetta degna dei migliori acrobati circensi ha fatto dietro-front. In una nota ha corretto il tiro e parlato solo di proposte «a titolo personale». Dunque da ritirare in ossequio alla ferrea disciplina di partito. Retromarcia: lotta senza quartiere agli evasori anche a costo mettere i cattivi in piazza esponendoli al pubblico ludibrio. «Il Partito democratico - hanno precisato in una nota i capogruppo in commissione Bilancio e Finanze Mauro Agostini e Giuliano Barbolini - è da sempre impegnato per la lotta all'evasione e all'elusione fiscale e, sin da quando era al governo, ha proposto misure dure e assai impopolari per rendere i controlli fiscali più severi e stringenti. Pertanto, il gruppo del Pd al Senato, appoggia con convinzione la misura prevista dal governo nel decreto fiscale sulle liste selettive di commercianti, segnalati per la non emissione di scontrini». La lotta ai furbetti del fisco sta diventando un'emergenza che piega in suo nome le elementari regole democratiche. Se un commerciante sbaglia va punito con severità esemplare, lo Stato ha già tutti gli strumenti scovarlo e sanzionarlo. Ma la gogna ha il sapore della vendetta che mal si concilia con lo spirito della democrazia. Probabilmente il Pd che della cultura marxista e del controllo assoluto sull'individuo è ancora imbevuto non ce l'ha fatta a dire no. In tutto questo niente è ancora passato dal punto di vista del rafforzamento delle tutele del contribuente in un momento nel quale l'emergenza fiscale rischia di travolgere anche i cittadini che si comportano bene con l'erario. Un solo caso. Se una cartella pazza è errata la correzione da parte delle Entrate porta la dicitura: sgravio fiscale. E non la semplice e più onesta: errore dell'ufficio. Anche da questi dettagli si può costruire un diverso rapporto con i contribuenti. In Senato intanto è arrivato ieri il faldone degli emendamenti, circa 700, al decreto fiscale, sul quale oggi dovrebbero cominciare le votazioni nelle Commissioni. Mancano le proposte di modifica di relatori e governo che potrebbero arrivare nel corso della settimana. Lotta all'evasione, con la richiesta di detrazioni anche per le spese dell'idraulico (Terzo Polo) e del carrozziere (Pd), e con il «bollino blu» per i negozianti onesti che pagano le tasse; idea questa lanciata qualche giorno fa dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. Occhio alla famiglia con sconti dai pannolini ai libri di scuola, fino alla «riforma» della tassazione familiare cifrata per svariati miliardi di euro. In primo piano anche l'Imu, la nuova imposta sulla casa, per la quale si chiedono correttivi, dalle abitazioni affittate con canone calmierato (da tassare al 4 per mille e lo chiede tutta la maggioranza) agli alloggi popolari, fino alle stalle e fienili di montagna. Sono questi i principali filoni sui quali si sono concentrate le proposte di modifica. Infine si delinea la struttura della delega fiscale che modificherà strutturalmente il fisco italiano. Previsti il fondo per abbassare le tasse con i proventi dell'evasione. E la riforma del catasto che prenderà come elemento di misura il metro quadro.

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