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Tessera del tifoso, Lega nel pallone

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Non è un vero e proprio addio, ma un chiaro passaggio verso la «normalizzazione» di quello che era stata recepito dal popolo del calcio come un vero e proprio «atto di forza»: iniziativa che aveva fatto crollare il numero delle presenze nei nostri stadi. La Tessera del Tifoso, voluta fortemente dall'ex ministro dell'Interno Maroni, si evolve e diventerà da qui a breve una sorta di fidelity card che ne cambierà non di molto la sostanza, ma sicuramente consentirà di aprire nuovi orizzonti al tifo «pulito» del calcio. Sarà una «carta» dei servizi, con sconti, agevolazioni e tutto ciò che le società riterranno necessario per aumentare il senso di appartenenza dei propri tifosi. Perché se da una parte la nuova iniziativa diminuisce di fatto il controllo soggettivo, dall'altra aumenta in maniera esponenziale la responsabilità dei tifosi. Lo ha spiegato Antonello Valentini, direttore generale della Federcalcio, che ha annunciato l'arrivo ufficiale dell'attesa svolta che già da qualche tempo gravitata nei cieli sopra al mondo del calcio. «Dopo due anni di grandi risultati l'Osservatorio sulle manifestazioni sportive - ha detto Valentini - si è reso conto che si poteva dare fiducia alle tifoserie che hanno dimostrato di meritarla, facendo appello al senso di responsabilità degli appassionati in maniera sana. Un'evoluzione che passa anche attraverso la possibilità di stadi nuovi, moderni, funzionali che diventino la casa dei tifosi, come sta dimostrando l'operazione dello Juventus Stadium a Torino». La tessera del Tifoso, piombata nel «pianeta pallonaro» nella stagione 2009/10 a ridosso di quelle misure atte a ridurre la violenza all'interno degli impianti sportivi, non era mai stata ben voluta dai tifosi. Vere e proprie battaglie, anche a colpi legali, sono state combattute dalle varie associazioni dei tifosi che l'hanno sempre vissuta come una privazione della libertà personale, ma soprattutto come un'ostilità pensata da chi con il calcio non ha mai avuto a che fare e che quindi non ne conosce dinamiche e flussi. Così, l'accoglienza verso la tessera da parte dei tifosi fu tutt'altro che benevola, con vere e proprie manifestazioni di piazza contro quella che venne bollata come una «schedatura». Un lento processo all'insegna della sicurezza, secondo Maroni, culminata con l'obbligatorietà di possederla (a partire dal 20120) per poter andare in trasferta al seguito della propria squadra. Un percorso pieno zeppo di ostacoli, come la sentenza del Consiglio di Stato (dicembre 2011) che ha dichiarato «illegittimo» il suo abbinamento con l'acquisto di carte di credito elettroniche: una strada che più di un club aveva provato a percorrere cercando di aggirare l'ostacolo. Ma la strada della «tessera» era ormai già stata determinata anche grazie alla «spinta» dell'Osservatorio del Viminale che per voce del suo presidente Roberto Sgalla proprio all'inizio del nuovo anno aveva chiaramente fatto capire come la tessera del futuro sarebbe dovuto assomigliare sempre più a una fidelity card, piuttosto che a una schedatura come nel passato. Idea che aveva trovato subito d'accordo il presidente della Lega di serie A Beretta secondo li quale era arrivato il momento di «aggiustare l'architettura di questo progetto e riempirlo di contenuti ulteriori». Si tratta dunque, secondo tutti gli addetti ai lavori, forze dell'ordine comprese, di una «logica evoluzione» come l'ha definita ieri il capo della polizia Manganelli che ha tenuto anche a precisare come la nuova tessera manterrà «inalterate le sue caratteristiche fondamentali già evidenziatesi negli ultimi due campionati, a cominciare dalla necessità del suo possesso per le trasferte e gli abbonamenti, sia per questo che per il prossimo campionato di calcio». Palese come questa nuova iniziativa tenda a «rafforzare il rapporto tra i tifosi ed il club di appartenenza». Sulla stessa lunghezza d'onda Roberto Massucci, vicepresidente operativo dell'Osservatorio, secondo il quale dalla tessera come misura di controllo delle tifoserie più violente si passa a «un vero e proprio strumento di fidelizzazione, che sarà obbligatoria per seguire la propria squadra in trasferta»: come per altro già accadeva nel recente passato.

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