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De Benedetti archivia Bersani

Carlo De Benedetti

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Forse è solo una piccola vendetta per quella "tessera numero uno" che il Pd non gli ha mai consegnato. In fondo Carlo De Benedetti, con un battuta, lo aveva detto a Pier Luigi Bersani non più tardi di una settimana fa: «Non ho capito se il Pd non l'hanno fatto o non me l'hanno data. Ma io non l'ho mai chiesta». Ricevendo l'immediata risposta del segretario: «Il bambino l'abbiamo fatto, non ha superato i difetti ma non è più un'ipotesi, è il primo partito del Paese. Chiunque vuol dare una mano è il benvenuto». Un invito così sincero e generoso non poteva rimanere senza risposta. Così ieri il presidente del gruppo editoriale L'Espresso ha voluto dare il suo modesto contributo. Lo ha fatto con una lunga intervista alla trasmissione di Michele Santoro Servizio Pubblico. Una chiacchierata a tutto tondo in cui l'Ingegnere ha criticato Mario Draghi («Sbaglia quando dice che il welfare europeo deve essere cambiato») e ha detto la sua sulla battaglia per la premiership all'interno del Partito Democratico. «Bersani candidato premier? - ha spiegato - Ho molta stima e amicizia per lui, ma, detto questo, la gente vuole archiviare questo periodo, al di là dei meriti o demeriti delle persone: vuole voltare pagina». Non proprio un'incoronazione da parte di una personalità che ha un certo peso specifico all'interno del centrosinistra. Dopotutto è l'editore di Repubblica, il giornale-partito che in questi anni ha spesso dettato la linea politica dell'opposizione a Silvio Berlusconi. Bersani, probabilmente, si consolerà pensando che tutti coloro che sono stati "abbracciati" dal quotidiano di Largo Fochetti in questi anni, alla lunga sono rimasti stritolati. Successe a Walter Veltroni, l'uomo che aveva ridestato le speranze di De Benedetti. E anche Dario Franceschini, "sposato" dopo il passo indietro di Walter, non ebbe sorte migliore. Ma è una magra consolazione. Repubblica rappresenta un mondo che oggi, a torto o ragione, appare profondamente deluso dai Democratici. Domenica il Fondatore Eugenio Scalfaro si è espresso a favore di un Monti bis sostenuto da un'alleanza Pd-Terzo Polo (quest'ultimo rafforzato dall'implosione del Pdl) e di un Napolitano bis. Giusto per far capire che gli attuali partiti non sono in grado di guidare il Paese. Ieri è arrivata la bocciatura di Bersani-premier da parte di De Benedetti. A dire il vero non è la prima volta che l'Ingegnere esprime giudizi negativi su Pier Luigi. L'aveva fatto anche nell'intervista al Corriere della Sera dello scorso novembre: «È un'eccellente persona, è stato un ottimo ministro, si è dimostrato anche in questa circostanza (il riferimento era alla caduta di Berlusconi ndr) un politico eccellente; ma in un'epoca in cui la comunicazione è così importante, lui è più efficace comunicativamente nella versione Crozza che in quella originale». A questo punto la domanda sorge spontanea: chi è l'uomo su cui punta De Benedetti? Chi sono quelli che possono permettere al Partito Democratico di voltare pagina? Forse Matteo Renzi? Niente da fare. Sempre a novembre il presidente del gruppo L'Espresso bocciò il sindaco di Firenze paragonandolo addirittura al Cavaliere: «La rottamazione può essere la condizione per un progetto. Non può essere un progetto in sé. Di Berlusconi ne abbiamo già avuto uno. E ci è bastato». Quindi? Forse a Repubblica stanno cercando qualcuno da incoronare. E nell'attesa è meglio tenersi il Professore Monti.

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