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Scuole cattoliche Monti: "No Ici se non commerciali"

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Il presidente del Consiglio Mario Monti

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Mario Monti subodora i malumori trasversali presenti in parlamento sull'emendamento del governo al decreto liberalizzazioni riguardante l'Imu sui beni no profit della Chiesa e, inaspettatamente, si presenta in commissione Industria del Senato per tranquillizzare tutti: le scuole e le attività autenticamente no profit continueranno ad essere esentate. Parole che convincono i senatori che immediatamente approvano l'emendamento, e che rassicurano anche la Cei. La Cei soddisfatta del chiarimento Per il chiarimento del premier esprime «apprezzamento e soddisfazione» mons. Michele Pennisi, segretario della commissione Cei per l'educazione, la scuola e l'università, in pratica una sorta di ministro dell'istruzione della chiesa italiana. «Tutti desideravano parole chiare - sottolinea - che ora sono venute». Secondo Pennisi, «‚ anche importante che ci sia un clima di dialogo costruttivo, chiaro e sereno. D'altronde la Chiesa non vuole privilegi. Vogliamo anzi contribuire a che si superi questo momento di crisi senza però che si creino ingiustizie che producano danni maggiori di quelli che si vogliono risolvere». A preoccupare Monti è stata la notizia della presentazione di alcuni sub-emendamenti da parte di senatori di tutti i gruppi al testo del governo. Questo, come ha rivelato lo stesso Presidente del Consiglio, era stato informalmente concordato con la Commissione Ue, e quindi era importante che venisse approvato senza limature o modifiche. E così nel primo pomeriggio Monti si è presentato in commissione Industria: è la prima volta che un presidente del Consiglio partecipa ad una semplice seduta in sede referente, cioè ordinaria, come ha sottolineato il presidente del Senato, Renato Schifani che lo ha accolto. Monti rassicura la Chiesa sull'Ici Il Prof. ha toccato il punto su cui c'erano più preoccupazioni, cioè quello delle scuole paritarie: di queste ben 9.371 sono cattoliche, con 740.000 alunni. Ebbene, ha spiegato, continueranno a non pagare l'Imu quelle che sono «concretamente non commerciali», in base ad alcuni «parametri»: che esse seguano i programmi scolastici ministeriali, che applichino ai professori il contratto nazionale, che abbiano rilevanza sociale (per es. accogliendo bambini disabili); che non discriminino nessuno che voglia iscriversi; che il bilancio sia «effettivamente» non lucrativo e che gli «eventuali avanzi non rappresentino profitto, ma sostegno all'attività didattica». Questi criteri vanno estesi, ha poi spiegato il premier a tutte le altre attività sociali, e non solo alla scuola. Il che metterebbe al sicuro la gran parte delle attività assistenziali e sociali gestiti dalla Chiesa, compreso il turismo sociale (ostelli della gioventù) che è fuori dal regime della concorrenza secondo le regole Ue, ma che era quello che aveva provocato l'esposto dei Radicali a Bruxelles. Monti è stato evidentemente persuasivo visto che tutti i sub-emendamenti sono stati ritirati e la commissione Industria ha immediatamente approvato all'unanimità il testo del governo. Tutte le forze politiche, compresa la Lega Nord, hanno espresso «apprezzamento» per il chiarimento di Monti. E un giudizio positivo lo ha espresso anche Graziano Del Rio, presidente dell'Associazione dei COmuni, cioè coloro che dovrebbero intascare il maggior gettito dall'Imu alla Chiesa. «Apprezzamento e soddisfazione» anche da parte della Cei. Molti i commenti positivi delle forze politiche: dal leader Udc Pier Ferdinando Casini al vicepresidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, dal vice capogruppo vicario del Pdl al Senato, Gaetano Quagliarello al senatore Luigi Li Gotti dell'Idv. Monti invece nulla ha detto sulle altre due grandi realtà che hanno beneficiato fino oggi dell'esenzione Ici/Imu vale a dire i partiti e le loro Fondazioni, nonchè i sindacati e i loro patronati/Caf, che complessivamente sono tra i grandi proprietari immobiliari. Le loro attività sono commerciali o no?

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