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Cantanti furiosi per Adriano e il voto

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La farsa del sistema andato in tilt: costi dimezzati, c'era una sola centralina

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Esono stati gli stessi timonieri (commissariati) del festival a farlo capire una volta per tutte. Gaffe di Mazzi: «Sanremo è un evento, mica faremmo questo share se mandassimo in onda solo le esibizioni». Morandi, il cui primo mestiere non è presentare: «Se ci limitassimo a un ecco a voi Tal dei Tali che canta il brano, non porteremmo a casa il risultato». I cosidetti big lo hanno capito, e si sono messi di traverso. Il primo era stato Francesco Renga, l'altra notte: «Celentano si prende un'ora di show e noi concorrenti non contiamo una beneamata fava». Ieri ha rincarato la dose la pupa di Zucchero, Irene Fornaciari: «Avrei preferito che la gara non fosse spezzata dall'intervento del Molleggiato». Anche perché ad andare in onda mezz'ora prima o dopo la differenza è di qualche milione di telespettatori in più o in meno, nell'unica occasione d'oro che ti offre la tv. Martedì i Marlene Kuntz erano previsti in scaletta prima del Molleggiato, sono entrati in scena quando in tante case avevano spento la luce. Non bastasse, c'è stata la portentosa grana iniziale del televoto: la «macchinetta» si è inceppata quando si è trattato di giudicare Samuele Bersani, costringendo gli organizzatori dapprima a ricorrere a pagelline cartacee consegnate ai giurati, poi ad annullare il contest, e a far ricantare tutti ieri. Ma cosa era successo? Il retroscena è gustoso: dopo sette anni di collaborazione, in questa edizione la Rai ha rinunciato ai rilevamenti demoscopici della Ipsos di Nando Pagnoncelli. La gara d'appalto è stata vinta da Antonio Noto e dalla sua Ipr, società che i milanesi hanno imparato a conoscere in occasione delle comunali, quando a metà pomeriggio il sondaggio Ipr suggeriva grande incertezza nel ballottaggio fra Pisapia e Moratti, mentre gli altri istituti davano già largamente in testa il candidato della sinistra. Ebbene, dopo che nella prima serata è andato in tilt il sistema di voto, Noto ha sostenuto la tesi che la colpa fosse di un calo di tensione elettrica nell'area dell'Ariston in cui operavano i 300 giurati, con gli smartphone usati per il voto "impallati" senza rimedio. In un clima già esasperato dall'affaire Celentano, gli stati generali del festival hanno ricusato Noto e la sua versione. Con la sua residuale potenza di fuoco, Mazzi sparava a palle incatenate contro il responsabile della Ipr: «Non c'è stato alcun calo elettrico. E un inconveniente tecnico come quello, che speriamo non si ripeta, rischia di far deragliare lo spettacolo». Ma perché è stata scelta la Ipr? Semplice: si è aggiudicata l'appalto al massimo ribasso, costi dimezzati per la Rai. Peccato che per l'afflusso dei dati usino una sola centralina, senza prevederne una d'emergenza,. Se si blocca quella, salta tutto l'ambaradam. Ed è quello che è successo. Con buona pace del regolamento. A 'sto punto, meglio procedere con una macchina a vapore. Ste. Man.

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