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Cosentino, dalla Camera no all'arresto La Lega è spaccata, radicali decisivi

La Camera dice no all'arresto di Nicola Cosentino. L'abbraccio con Alfonso Papa

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L'aula della Camera ha respinto la richiesta di arresto nei confronti del deputato del Pdl Nicola Cosentino con 309 voti contrari e 298 favorevoli. La votazione è avvenuta a scrutinio segreto su richiesta del gruppo di Popolo e Territorio. La Giunta per le autorizzazioni aveva invece proposto di autorizzare l'arresto. Una fragorosa ovazione dai banchi del Pdl ha accolto la proclamazione del voto: il coordinatore campano del partito è stato subito circondato dai colleghi del gruppo, da abbracci calorosi e baci. Silvio Berlusconi, invece, al momento della proclamazione del voto è rimasto al suo posto, praticamente l'unico a rimanere seduto tra gli esponenti del suo partito. Assente invece alla votazione Umberto Bossi, leader della Lega. I deputati del Carroccio che sul voto si sono divisi hanno comunque accolto con molta freddezza l'esito. SODDISFATTO BERLUSCONI "Il parlamentare Cosentino affronterà il processo da uomo libero, come è giusto che sia - ha detto Silvio Berlusconi lasciando l'Aula di Montecitorio - Questa è la regola prevista dalla Costituzione di un Paese civile, in cui nessuno, salvo casi eccezionali, può essere arrestato e tenuto in carcere prima di essere processato". Ai giornalisti il Cav spiega che già da prima era "convinto che questa sarebbe stata la decisione del Parlamento che non poteva rinunciare alla tutela di se stesso". "E' - osserva - una decisione assolutamente giusta, il linea con la Costituzione".   I PRECEDENTI Per la seconda volta in pochi mesi la Camera ha negato l'autorizzazione all'arresto nei confronti del parlamentare accusato dalle procure campane di pesanti collusioni con il crimine organizzato. Il responso è arrivato al termine di un dibattito molto acceso, e non solo a livello parlamentare. Quello su Nicola Cosentino è stato il quarto voto poco più di due anni in Aula alla Camera sulla richiesta di arresto di un deputato. Cosentino che si era salvato dall'arresto una prima volta il 10 dicembre del 2009. Allora i no alla richiesta della magistratura di Napoli furono 360 e 226 i sì. Per Alfonso Papa, l'Aula della Camera decise l'arresto il 20 luglio dello scorso anno con 319 sì e 293 no. Marco Milanese invece, il 22 settembre scorso, vide respingere la richiesta con 312 no e 306 sì. OTTO ASSENTI NEL PDL Sono ventidue i deputati che non hanno partecipato al voto sulla richiesta di arresto di Nicola Cosentino. A quanto si legge sul tabulato dell'Aula, 4 parlamentari erano in missione e diciotto assenti. Tra gli altri, non ha votato Umberto Bossi. E non erano in Aula altri due ex ministri, Giulio Tremonti e Saverio Romano. Le assenze più numerose sono state nel Pdl, con 8 parlamentari che non erano in Aula. Sono Giuseppe Angeli, Amato Berardi, Manuela Di Centa, Antonio Martino, Jole Santelli, Souad Sbai, Lucio Stanca e Giulio Tremonti. Tre le assenze nella Lega Nord: Claudio D'Amico, in missione, Marco Maggioni e Umberto Bossi. Due i deputati del Pd assenti, Giuseppe Fioroni e Giovanni Sanga entrambi in ospedale. Due anche gli assenti di Fli (Francesco Divella e Donato Lamorte, dell'Udc (Angelo Compagnon e Luca Volonte', quest'ultimo in missione) e di Popolo e territorio (Saverio Romano e Maria Grazia Siliquini). Nel gruppo misto, non hanno votato i due esponenti dell'Mpa Angelo Lombardo e Carmelo Lo Monte, e Antonio Gaglione.    VOLTAFACCIA DELLA LEGA Prime reazioni a caldo dal Pd, nella persona del segretario Bersani: ora sta alla Lega spiegare il risultato. Il segretario mette in evidenza il dato politico della giornata, il cambiamento maturato nel giro di poche ore tra le fila del Carroccio, che 48 ore fa in sede di giunta per le autorizzazioni votava convinta per l'arresto e ieri sera ha lasciato libertà di coscienza sul voto definitivo. Un voltafaccia che ha contribuito al risultato della votazione, a scrutinio segreto, in Aula. Decisione sofferta fino all'ultimo momento, quella dei leghisti. Ancora stamane urla e indici puntati alla riunione del gruppo, a Montecitorio. Umberto Bossi - riferiscono fonti parlamentari del Carroccio - ha preso inizialmente la parola spiegando che dalle carte non si evince nulla nei confronti del coordinatore campano del Pdl. Poi a prendere la parola è stato Roberto Maroni che, spiegano fonti del Carroccio, non ha rinunciato a sottolineare di non essere stato l'unico a voler votare sì all'arresto del deputato Pdl. Nel frattempo rissa sfiorata tra Giampaolo Dozzo e Roberto Paolini. Intanto si consuma l'ennesimo strappo tra i radicali e il Pd: i primi sono stati determinanti con il loro "no" all'arresto. Se avessero votato sì, Cosentino ora passerebbe ore meno liete, per un solo voto. MARONI: LA BASE NON CAPIRÀ Nessuna crisi con il senatur, assicura Roberto Maroni. "Liberta' di coscienza significa libertà di coscienza", dice ai giornalisti. Bossi "ha ritenuto che non ci dovesse essere disciplina di partito" su questo. "E' una decisione legittima", osserva l'ex ministro dell'Interno che però non crede che gli elettori del Carroccio potranno comprendere. "Ho ricevuto molti messaggi negativi dalla base", ha detto dopo il voto: "Non ho condiviso la posizione della libertà di coscienza ma l'ho accettata perché era la posizione espressa dal gruppo". PD: LEGA CON LE BRAGHE CALATE "I guerrieri padani si sono calati un'altra volta le braghe davanti a Berlusconi, e non sono nemmeno più in maggioranza insieme, vorrei sapere perché", è il commento di Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera. Come gia' aveva fatto pochi istanti prima il segretario del partito, Pierluigi Bersani, Franceschini nota che "sommando i voti, dalla Lega non sono giunti più di venti voti: il cerchio magico ha fatto la magia". "E' una brutta pagina per il Parlamento: si trattava di reati di una gravità assoluta e del rispetto dei diritti costituzionali. Hanno prevalso calcoli politici e sono curioso di vedere come combattono i guerrieri padani". Quanto al suo gruppo, Franceschini sottolinea che "il Pd è stato compatto, era presente con il 99%: erano assenti solo due deputati, Fioroni e Sanga, che da giorni sapevamo essere ricoverati in ospedale".  

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