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Fitch, l'agenzia di rating statunitense ci ha provato.

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Cosìanche se non se ne sentiva la mancanza è arrivato il colpo di fioretto. Condito perà da una rara abilità semantica che punta a ottenere l'effetto mediatico senza affermare e prendere posizione. In questo si traduce la «significativa possibilità che l'agenzia di rating Fitch tagli il rating italiano» secondo quanto ha spiegato ieri l'analista dell'agenzia David Riley. Secondo il manager, responsabile dei rating sovrani dell'agenzia statunitense, «per rimuovere il premio di rendimento dovuto alla crisi, ci vorrebbe una credibile rete di protezione». Invece «al momento questa non è disponibile, e questa è una seria preoccupazione con riguardo all'Italia». Insomma la sentenza è stata emessa anche se per ora Fitch ha deciso di prendere tempo e di mantenere un rating pari a «A+» sul debito italiano, un gradino al di sopra di Moody's (A2) e di S&P's (A). Eppure per una volta le piazze finanziarie hanno snobbato gli strali dell'agenzia. La Borsa di Milano (+3,08%) ha guidato le piazze continentali seguita da Parigi (+2,6%) e Francoforte (+2,4%). Attacco fallito per ora. Ma altre sono le frecce nell'arco della società Usa. Che non demorde perché ci i sono anche altri paesi europei nel mirino che rappresentano delle piccole polveriere per la tenuta complessiva dell'Europa. I Paesi dell'area euro - ha spiegato Riley - devono prendere in prestito dai mercati circa 2.000 miliardi di euro nel 2012, e «oltre la metà di quel debito è di governi a rischio di un taglio del rating»: nella lista nera di Fitch ci sono anche Spagna, Belgio, Irlanda, Slovenia e Cipro. Per non parlare di Portogallo e Grecia che potrebbe uscire dall'euro. Fitch risparmia invece Germania e Francia, quest'ultima a rischio solo con un «grave peggioramento» in Europa. Ma di fronte alla fuga degli investitori dal debito di mezzo continente, l'Italia ha una posizione più importante degli altri Paesi: è l'unica grande economia in una situazione così difficile. «Il futuro dell'Europa verrà deciso ai bastioni di Roma», ha spiegato Riley. Un appello, però, che ieri non ha scoraggiato gli acquisti degli operatori finanziari.

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