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Monti: "La Ue è debole, agisca. Noi sforzi straordinari"

Il premier Mario Monti ed il presidente francese Nicolas Sarkozy

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La posta in gioco è alta. Ribadire ai partner europei che l'Italia ha fatto «i compiti a casa con uno sforzo straordinario», che si prepara ad affrontare la sfida della crescita e quindi ha tutte le carte in regola, l'autorevolezza per sedersi da pari a pari al tavolo con Francia e Germania. In quel tavolo saranno ridiscusse le regole del Trattato per arrivare entro marzo a un cosiddetto patto di bilancio, ovvero ad un accordo tra i 26 paesi comunitari (la Gran Bretagna come noto, si è chiamata fuori) per regole più stringenti sulle discipline di bilancio. Per l'Italia è importante partecipare con autorevolezza a quel tavolo perché se queste regole fossero adottate così come chiesto nell'ultimo vertice rappresenterebbero per l'Italia un autogol pesantissimo perchè ci imporrebbero per anni manovre economiche da quasi 50 miliardi di euro. La strategia del premier Monti è di ammorbidire, trovando un alleato nel francese Sarkozy, le posizioni della Germania sulla disciplina di bilancio. Rigore sì ma con margini tali da consentire ai Paesi di crescere. Ecco perchè Monti ieri ha incontrato a Parigi il presidente Sarkozy. Un incontro positivo, culminato in un'attestazione da parte dell'Eliseo dell'autorevolezza e affidabilità di Monti e che è servito a preparare la trilaterale del prossimo 20 gennaio quando Sarkozy e Merkel verranno a Roma per incontrare il premier. Prima, mercoledì, Monti sarà a Berlino per incontrare la Merkel. Lunedì il cancelliere vedrà Sarkozy per l'ennesimo vertice bilaterale. La trilaterale di Roma sancirà il recupero di un ruolo di peso dell'Italia nella gestione della crisi europea. Il 18 poi Monti sarà Londra da David Cameron. Monti ha parlato chiaro a Sarkozy. «L'Italia sta facendo ciò che doveva essere fatto, ora tocca all'Eurozona battere un colpo passando rapidamente dalle parole ai fatti, rafforzando sul serio il fondo salva-stati». L'obiettivo è che disponga di «munizioni sufficienti per intervenire rapidamente in caso di necessità, togliendo argomenti ai mercati ancora dubbiosi sulla effettiva capacità dei governi di dare una risposta efficace alla crisi del debito sovrano». Inoltre occorre convincere al più presto i mercati che «non è a rischio la permanenza dell'Euro». ma c'è anche un altro rischio, «la nascita di incomprensioni di fondo tra i popoli degli Stati membri». In sostanza l'Europa, dice Monti, «si è mostrata più debole di quanto pensavamo che fosse». Siamo a un passaggio cruciale, dice il premier, «l'Europa è un alpinista che cammina su un crinale pericoloso ma può raggiungere la meta». Questa linea è stata condivisa da Sarkozy e dal capo del governo Francois Fillon tant'è che Monti ha sottolineato che «l'Italia lavora mano nella mano con la Francia, così come con la Germania, per proseguire insieme verso la costruzione europea». I tempi sono stretti. Entro la riunione dell'Eurogruppo del 23 gennaio e il vertice europeo straordinario di fine mese si dovranno trovare le risposte al rafforzamento del fondo salva-stati, al riscadenzamento del debito greco e alla crescita. Monti ha ribadito che ora è «l'Europa nel suo insieme che deve agire». Ed è una bacchetta a Sarkozy che poco prima aveva annunciato di voler introdurre per primo entro l'anno la Tobin Tax. A parte questa imposta, Sarkozy si è detto d'accordo sulla linea di Monti. Il premier ha usato la metafora di Penelope per dire che la crescita di non deve essere fatta provocando disavanzo. Ieri Monti era accompagnato a Parigi dal ministro Passera che più del premier ha sferzato i partner europei vestendo i panni del falco. Ha criticato la «lentezza dell'Europa a dare risposte alla crisi la cui gestione è stata molto deludente». Poi è andato dritto al cuore del problema toccando un tema sensibile per la Germania: il ruolo della Bce. «Dobbiamo dare all'Europa una vera banca centrale, con gli strumenti per gestire il tema della stabilità e della liquidità sui mercati». Infine: «diffidiamo dei populisti».

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