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Spunta il contributo sulle pensioni d'oro

Il premier Mario Monti

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Pensioni nel mirino del governo. Ma questa volta le misure presentate dall'esecutivo nell'emendamento alla manovra correttiva avranno un impatto meno brusco. E infatti, a fronte di un prelievo del 15% sulla parte eccedente le pensioni superiori ai 200.000 euro annui previsto fino a dicembre 2014, il ministro del Welfare, Elsa Fornero, ha annunciato che non ci sarà alcuna deindicizzazione di quelle inferiori a 1.400 euro per tutto il 2012. Due proposte che, nonostante tutto, non hanno evitato di alimentare polemiche all'interno dell'agone politico. Ma basta entrare nello specifico dei due emendamenti per capire che i pensionati coinvolti dalle proposte del governo sono pochi per quanto riguarda il contributo di solidarietà e molti per quanto riguarda la rivalutazione piena della pensione rispetto all'inflazione prevista per il 2012. Sono proprio Inpdap e Inps a dare conto di quanti siano i beneficiari di pensioni superiori a 200.000 euro. L'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica ha fatto sapere che gli assegni superiori a questa cifra annuale sono appena 244, mentre quelli dell'Inps dovrebbero stare sotto quota 2.000. Per quanto riguarda invece gli interessati dall'emendamento «salva» indicizzazione è lo stesso istituto di previdenza sociale a quantificarne i beneficiari che secondo i dati 2010 dell'Istituto sono circa il 78,4% dei pensionati. Salvi quindi circa 3,3 milioni di pensionati rispetto alla prima versione (7,5 milioni erano comunque sotto i 1.000 euro e quindi già esclusi dal blocco). La platea di coloro che potrebbero avere la rivalutazione piena inoltre potrebbe essere anche più ampia visto che la norma si riferisce alla singola pensione mentre il reddito pensionistico potrebbe per il pensionato cumulare più di un assegno. In pratica dovrebbe essere escluso dal blocco anche un pensionato che ha un reddito complessivo di 1.600 euro se questo reddito è composto da due pensioni, una di 1.000 e una di 600 euro. L'aumento del tetto per le pensioni che avranno la rivalutazione piena comunque vale solo per il 2012, mentre per il 2013 dovrebbe tornare a valere il blocco per gli assegni superiori a due volte il minimo e per la classe dei nati nel 1952, la più penalizzata dalla riforma, dovrebbero essere introdotti elementi di riequilibrio. «Bene il contributo di solidarietà per le pensioni più alte. Una giusta battaglia a tutela della fasce più deboli» è stato il commento di Maurizio Gasparri nell'apprendere il recepimento da parte del governo del contributo al 15%. Soddisfazione che però lascia insoddisfatta l'ex ministro Giorgia Meloni che annuncia un subemendamento firmato assieme al Presidente della Commissione Lavoro, Silvano Moffa, e ad altri colleghi «per applicare un contributo di solidarietà del 25% alle pensioni che prevedono un trattamento di 120 mila euro, vale dire venti volte superiori la pensione minima». Ma anche sulla deindicizzazione delle pensioni si è acceso il dibattito. Favorevole alla norma il Pd Cesare Damiano che la definisce «una delle misure indispensabili perché consente di tutelare il potere d'acquisto delle pensioni medio-basse in un momento di crisi». Di parere nettamente contrario i leghisti Maurizio Fugatti e Massimo Bitonci. «Questa manovra sta provocando una guerra fra poveri: per non tagliare a uno toglie all'altro».

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