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La transizione del Professore durerà 10 anni

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Il premier Mario Monti

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Il governo Monti è figlio di uno «stato d'eccezione» prodotto dal contesto internazionale e da un'agenda a cui i partiti non riescono a dare risposte. Siamo all'inizio di una transizione. Questo scenario è coerente con le fasi storiche del nostro Paese. Ciò che oggi appare confuso e inafferrabile, corrisponde a cicli che si alternano in ventenni e decenni. Quando Benito Mussolini nel 1922 prese il potere, molti pensarono a una meteora e non a un fenomeno che poi si sarebbe tradotto nel Ventennio. Con l'ascesa e la caduta del Duce l'Italia passò dall'euforia alla realtà della guerra, alla dittatura e alla rovina. Il fascismo fu l'emersione di un «carattere nazionale», la personificazione - in Mussolini - di un bisogno inespresso che trovava in quella figura iperbolica il suo tragico interprete. A quell'avventura seguirono dieci anni di transizione con un uomo mite e nello stesso tempo deciso: Alcide De Gasperi. Il fondatore della Democrazia Cristiana guidò la nostra prima transizione e condusse alla ricostruzione morale e materiale di un Paese sconfitto. De Gasperi con Robert Schuman, Konrad Adenauer e Altiero Spinelli fu tra i fondatori dell'Unione Europea, quella che oggi vive la sua crisi più acuta. Passato e presente. Alla transizione degasperiana seguì un Ventennio che con la segreteria Dc di Amintore Fanfani nel 1954, liquida la forma di governo centrista e apre la fase «dell'apertura a sinistra». L'Italia cresce ma comincia a disperdere le risorse del boom economico, conosce un processo accelerato di secolarizzazione, conta i morti per il terrorismo e vive il trauma del rapimento e dell'uccisione di Aldo Moro, simbolo del compromesso storico. È Bettino Craxi a caricarsi sulle spalle il peso di un'altra transizione che dura dieci anni. Il suo primo governo di Pentapartito nasce il 4 agosto del 1983 e inaugura un'epoca di contraddizioni in cui l'Italia gioca a fare la grande potenza ma fa galoppare il debito pubblico che oggi rappresenta il nostro tallone d'Achille. Nemico giurato del Pci, Craxi tenne insieme un sistema politico che si stava decomponendo per effetto della fine delle ideologie e della scomposizione degli equilibri di Yalta. Caduto il Muro di Berlino, decimati dalla magistratura i partiti storici - tranne l'ex Pci - un imprevisto inaugura un nuovo ciclo lungo vent'anni, quello di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere è un altro interprete del «carattere nazionale», riaccende l'Italia guelfa e ghibellina, vince, perde, cronaca e storia si snodano sulla sua figura. La sua parabola è un disegno della nostra contemporaneità. Mario Monti è la metafora di un'altra transizione. Durerà dieci anni?  

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