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Bertone: "I sacrifici fanno parte della vita"

Il Segretario di Stato Vaticano Card. Tarcisio Bertone

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La Chiesa stavolta è più realista – e lungimirante – dei nostri partiti. Nei giorni in cui il Governo chiede agli italiani di digerire una medicina amarissima per aiutare il Paese ad uscire dalle sabbie mobili della crisi, il Vaticano non si accoda alle polemiche. Non si associa a chi contesta la scarsa equità dei provvedimenti, non attacca l'esecutivo sulla durezza delle misure. Accetta, anche se a malincuore, ma spiega che quella di Mario Monti è l'unica strada percorribile. Almeno in questo momento.   La linea l'hanno dettata, insieme, ieri «L'Osservatore Romano» e «Avvenire», il quotidiano della Cei. Ma soprattutto l'ha ribadita il cardinale Tarcisio Bertone ai giornalisti che lo aspettavano all'uscita del concerto a Roma nella basilica di Santa Maria in Aracoeli per avere un giudizio sulla manovra economica appena firmata dal capo dello Stato: «I sacrifici fanno parte della vita» ha risposto pacato. E subito dopo, per sottolineare come la Chiesa, su questo tema, parli con una voce sola ha aggiunto: «Avete visto i giudizi già espressi su Osservatore Romano e Avvenire». Poi l'appello ai parlamentari: «Io auguro al governo e al Parlamento di fare bene la loro parte per questo decreto salvezza-Italia e certamente invito tutti a prendere la loro quota di responsabilità per sostenere tutti i provvedimenti». L'obiettivo è «aiutare la società italiana a uscire da questa crisi a testa alta». Ma il cardinale è anche intervenuto su un tema scottante, quello dell'esenzione dell'Imposta comunale sugli immobili per gli edifici di proprietà della Santa Sede: «Il problema dell'Ici è un problema particolare: un problema da studiare e da approfondire – ha spiegato – Però la Chiesa fa la sua parte a favore delle fasce più deboli della popolazione». Sui provvedimenti varati dal governo Monti il quotidiano del Vaticano ha ripreso, in maniera significativa, proprio l'editoriale del direttore di Avvenire Marco Tarquinio che spiega che «ci volevano intelligenza e coraggio per mettere su una rotta sicura la nave Italia» e «né l'una né l'altro sono mancati a Mario Monti e ai ministri del suo governo». Marco Tarquinio, invece, oltre ad aprire il giornale dei vescovi con un titolo molto eloquente «Manovra forte. Effetti forti», nell'editoriale affronta i principali nodi e le principali contestazioni rivolte a Mario Monti. Come ad esempio il fatto di essere considerata iniqua e penalizzante per la categorie più deboli. «Manovra inevitabile, dunque – scrive – E, bisogna pur dirlo, non liquidabile sotto il segno dell'iniquità». «Poteva essere più equa? Facile dire di sì – prosegue Marco Tarquinio – Ma poteva pure essere molto meno equa e molto meno lungimirante, come in passato (anche in un passato recente) è ripetutamente accaduto». Poi una lezione di realismo politico. «Equità e lungimiranza sono infatti sorelle gemelle. Perché nessuna scelta, nessuna attribuzione e nessuna regola può essere buona soltanto qui e ora, e se un sistema di sussidi e un regime fiscale, contributivo e pensionistico, sono orientati a scaricare sulle generazioni future i pesi dell'oggi, non possono essere considerati buoni e giusti, perché sono sbagliati alla radice». «Ci piace perciò considerare le misure varate dal presidente professore – conclude il direttore di Avvenire – un grande e faticoso primo passo»

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