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Il governo parte con il pareggio di bilancio nella Costituzione

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Eper l'approvazione di questa riforma il presidente del Consiglio farà domani il suo esordio alla Camera. Dopo aver ribadito che l'Italia rispetterà l'impegno del pareggio di bilancio nel 2013, il che implicherà una manovra di 20 miliardi, Monti si è trovato giovedì di fronte a un problema squisitamente politico: far capire ai partner europei, ma anche agli investitori, che il ritorno dell'Italia sulla retta via del rigore fiscale non dipende dalla presenza al Governo di determinate personalità, ma che è una scelta che investe l'intero Sistema Paese. Argomento su cui ha insistito il presidente Giorgio Napolitano nei suoi colloqui delle settimane scorse con le istituzioni europee. Di qui la necessità di accelerare sulla riforma dell'articolo 81 della Costituzione in modo da inserirvi l'equilibrio di bilancio, così come chiede il Patto Euro Plus del 25 marzo scorso. Da allora la Spagna ha approvato questa riforma mentre l'Italia è rimasta al palo. Il 15 settembre il governo Berlusconi ha depositato una propria proposta di legge alle commissioni Affari costituzionali della Camera e Bilancio, che a loro volta hanno licenziato per l'Aula il testo definitivo su cui si è aperta la discussione generale giovedì scorso, proprio mentre Monti incontrava Merkel e Sakozy. Il testo che verrà posto al voto sarà più snello di quello giunto in Aula. Su suggerimento del ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda verranno enunciati i principi: niente più bilancio in rosso, tranne gli anni di recessioni quando sarà possibile una politica anticiclica con un indebitamento, ma con piani di rientro; i dettagli verranno demandati a una legge attuativa. L'altra grande novità sarà l'istituzione presso il Parlamento di una Commissione di controllo sulla spesa pubblica per rafforzare il controllo sugli atti di governo.

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