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Un nuovo farmaco contro il dolore cronico

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È arrivato anche in Italia, l'unico degli ultimi 25 anni: si chiama tapendolo

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Lacausa è da ricercarsi in una insufficiente riduzione del dolore (51,6%) e nella presenza di effetti collaterali (28,4%) come nausea, sonnolenza, mal di testa o stipsi; inoltre, nel 30,6% dei casi, ai pazienti vengono prescritti farmaci antinfiammatori, dei quali spesso si abusa, benché non sempre siano adeguati a risolvere il problema. Una conferma sul persistere dell'abuso di antinfiammatori arriva anche da Guido Fanelli, Coordinatore della Commissione ministeriale Terapia del Dolore e Cure Palliative, secondo cui "a un anno e mezzo dall'approvazione della Legge 38/2010 gli strumenti per l'applicazione della normativa sono stati completati al 90%. La vera battaglia ora va combattuta sul fronte culturale e dell'appropriatezza prescrittiva, per invertire la tendenza all'impiego inappropriato di FANS. A questo proposito, un utile strumento sarà il «Cruscotto», attivato dal Ministero a fine giugno: uno specifico software per rilevare la tipologia delle prestazioni ospedaliere erogate e i farmaci prescritti". Già presente in diversi Paesi europei, è arrivato anche in Italia ad ottobre tapentadolo, la prima vera novità farmacologica degli ultimi 25 anni nel trattamento del dolore cronico. Con il suo innovativo profilo farmacologico, promette di superare gli attuali limiti della terapia del dolore, garantendo una marcata efficacia analgesica, una superiore tollerabilità ( gastrointestinale) rispetto agli oppioidi classici, una maggiore compliance e una migliore qualità di vita per i pazienti con dolore cronico. È risaputo che il dolore si manifesta prevalentemente nella popolazione anziana, perché l'età espone questi soggetti a un maggior rischio di sviluppare sia malattie neoplastiche sia osteodegenerative. "La somministrazione di farmaci analgesici in questa classe di pazienti è particolarmente difficile - aggiunge Palermo - perché gli anziani solitamente ne assumono molti per combattere i tanti malanni da cui sono afflitti. E spesso i farmaci ad azione oppiacea sono di per sé poco tollerati perché i dosaggi efficaci si accompagnano a nausea, vomito, stordimento. È proprio in questi casi che tapentadolo si presenta con una marcia in più perché, grazie al suo metabolismo, che sfrutta vie alternative alle classiche, ha poca probabilità di andare a creare situazioni di interazioni farmacologiche".

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