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Martedì notte si poteva già intuire che poteva scoppiare una «bomba».

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«Stavocamminando per il garage quando ho scoperto che alcune persone si stavano preparando ad affrontare la notte con sacchi a pelo, tutti italiani, alcuni provenienti dalla Campania». Ma cosa stavano facendo sotto terra? «Si stavano preparando a mettersi in fila, per poter entrare per primi nel centro commericale», racconta un ragazzo che lavora nel garage che fino a qualche settimana fa era a disposizione dei clienti del mercato che si trova sotto al nuovo negozio di elettrodomestici ed elettronica. Erano le 7,30 del di ieri mattina quando il radiogiornale inizia a fare l'elenco delle strade, soprattutto a Roma Nord, paralizzate dal traffico. Per quale motivo le consolari che portano nella Capitale a quell'ora sono trafficate? Ha aperto il nuovo Trony, il più grande di tutta Europa, cinquemila metri quadri dove acquistare computer, lavatrici, televisoni, cellulari e stampanti. Un caos che manda in tilt non solo la viabilità, ma anche la pazienza dei cittadini che devono andare a lavorare, che invece di impiegare, ad esempio, 30 minuti per raggiungere l'ufficio, ieri mattina, nella migliore ipotesi, hanno impiegato due ore. Gli automobilisti che sono rimasti intrappolati nel traffico, e che volevano raggiungere il centro commerciale, hanno addirittura scelto un'alternativa alla macchina: camminare. I passeggi delle vetture, infatti, hanno scelto di scendere dall'auto e percorrere diversi chilometri a piedi, in mezzo alle macchine bloccate, per raggiungere l'ingresso di Trony, lasciando in macchina il parente-amico conducente. Una volta lì, però, la sorpresa. Centinaia e centinaia di persone erano già in fila, ma non dalla mattina, ma da due sere prima. Altri, invece, avevano deciso di accamparsi in via Riano, a due passi da Ponte Milvio, mercoledì sera: alle 21 già migliaia di clienti erano in strada, con tanto di coperte e cibo pronti ad affrontare la fredda notte pur di conquistare un posto in prima fila. E ieri mattina, all'alba la fila di clienti raggiungeva già Lungotevere. Ancora doveva cominciare il momento più difficile, cioè l'apertura alle 9 del centro commerciale. Chi era in fila pensava ancora che sarebbe stato semplice entrare nel negozio, qualche minuto di attesa e poi avrebbe potuto raggiungere gli scaffali per acquistare il prodotto che desiderava. Niente affatto. Tutti fermi in piedi davanti all'ingresso, senza fare un passo. Trascorsa un'ora, poi una seconda e poi una terza, era mezzogiorno, ecco che la «temperatura» di chi era in fila, tra le transenne, è cominciata a salire. Il termometro ha infatti iniziato ad andare in ebollizione, tanto che verso le 11 ecco scoppiare i primi scontri: sia tra chi aspettava di entrare, sia tra buttafuori e clienti. La sicurezza privata del centro commerciale a un certo punto non è più riuscita a contenere la ressa, tanto da essere travolta davanti all'ingresso di Trony, le transesse sono cadute in terra e un fiume di gente ha cominciato a spostarsi verso le vetrate. Questo il momento più delicato per i clienti e per gli uomini della sicurezza, che hanno avuto, come aiuto, anche quello dei carabinieri e degli agenti della Polizia di Stato, che da molte ore erano state inviate sul posto in previsione di un vero e proprio assalto al centro commerciale. Durante l'azione di sfondamento, diverse persone sono cadute in terra e sono state travolte da chi era alle loro spalle, rischiando di essere schiacciate. Solo l'intervento immediato degli uomini della sicurezza privata e delle forze dell'ordine hanno evitato che qualcuno rimanesse gravemente ferito. Appena la situazione si è calmata, le transenne sono state riportate nelle posizioni giuste, sono cominciati i cori contro chi si trovava all'ingresso e aveva il compito di contare le persone da far entrare. Il sole era cominciato a salire e la gente ha cominiato ad avere sete e fame. Ed ecco scattare un altro business: un ragazzo di colore, con indosso una tuta mimetica, ha cominciato a vendere pizza margherita, cinque euro al pezzo, e i dipendenti di un bar, invece, bottiglie di acqua. Scene simili a quelle che la Protezione civile ha affrontato durante la beatificazione del Papa. Il numero di persone era decisamente inferiore, ma le esigenze dei clienti di Trony le stesse. «Sono tre ore che sono in fila, non ho fatto neanche un passo - ha detto una donna - ma io non devo comprare niente, voglio soltanto vedere come è stato allestito il negozio». Un altro ragazzo, invece, anche lui bloccato dietro le transenne, ha spiegato che la sua attesa era mirata a «poter contare quanti scaffali aveva creato Trony in 5 mila metri quadri». In fila, comunque, erano presenti molti più stranieri di italiani. La maggior parte usciva dal negozio, dove 24 ore di attesa, con più di un pacco. «Ho comprato quattro televisori: uno è per mio cugino, uno per me e gli altri due invece li rivendo così ci guadagno qualcosa e mi ripago il mio». In tutto questo, a pochi metri di distanza, i vigili urbani facevano i conti con un fiume di vetture e di automobilisti infuriati, che scendevano dalle macchine per inveire sia contro gli altri conducenti, sia contro le forze dell'ordine.

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