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"Soldi dati a Penati per le elezioni non al Pds"

Filippo Penati

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Non ha mai saputo di finanziamenti al Pds o ai Ds, perché non se ne è mai occupato, ma ha gestito soltanto la raccolta dei fondi per le campagne elettorali di Filippo Penati. È la difesa di Giordano Vimercati, che fu stretto collaboratore per anni dell'ex presidente della Provincia di Milano e che ieri, davanti al pm di Monza Walter Mapelli, ha negato di aver intascato mazzette e contemporaneamente ha ammesso di aver raccolto contributi per le elezioni a cui partecipò l'ex capo della segreteria politica di Bersani. Soldi versati da alcuni imprenditori. Nel corso dell'interrogatorio - durato circa 4 ore e mezza e richiesto proprio dai legali di Vimercati, gli avvocati Luca Troyer e Luca Ponzoni - l'ex capo di Gabinetto della Provincia, indagato per concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti nell'inchiesta su un presunto giro milionario di tangenti relativo alle aree ex Falck e Marelli, ha respinto le accuse. «Ero sereno prima e lo sono ancora», sono state le poche parole da lui concesse ai cronisti, lasciando gli uffici della Procura. Mentre i suoi avvocati hanno voluto precisare: «Ha chiarito il suo ruolo, respingendo le accuse degli imprenditori Pasini e Di Caterina». I due "grandi accusatori" che hanno chiamato in causa nei loro verbali Vimercati e il suo capo Penati, che fino al 2001 fu sindaco di Sesto San Giovanni, prima di passare alla guida di Palazzo Isimbardi. Di Caterina, infatti, ha detto davanti agli inquirenti di aver versato, tra il '94 e il 2003, circa 3,5 milioni di euro ai due. E, secondo l'accusa, sarebbe stato proprio Vimercati, col ruolo di intermediario tra gli imprenditori e i politici di Sesto, colui che materialmente avrebbe percepito i soldi per conto di Penati. Mentre Giuseppe Pasini ha raccontato che lo stesso Vimercati gli avrebbe "imposto" due architetti come consulenti nell'affare dell'area Falck per far entrare le cooperative emiliane nell'operazione. Nel 'faccia a faccià con il pm, Vimercati ha chiarito però, come hanno riferito i legali, «di non essersi mai occupato del finanziamento al Pds o Ds a livello locale e nazionale, ma solo dei contributi per le campagne elettorali del candidato Filippo Penati». Ha parlato invece di soldi versati a Penati (con lui - ha raccontato - ruppe i rapporti nel 2006 per questioni politiche) spiegando, stando a quanto si è saputo, che erano solo contributi per le sue campagne elettorali e che venivano da Di Caterina e altri imprenditori.

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