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«Amanda libera» spacca l'opinione pubblica mondiale

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InGran Bretagna dominano «choc» e «devastazione». La sentenza d'appello che ha assolto la studentessa americana e l'ex fidanzatino Raffaele Sollecito, ribaltando la condanna in primo grado per l'omicidio di Meredith Kercher, fa il giro del mondo, compare su tutti i quotidiani internazionali, sui principali siti web. E spacca l'opinione pubblica divisa già da 4 anni. La Gran Bretagna dà spazio alla famiglia della vittima che sul Daily Mirror chiede allora «chi ha ucciso Mez?». Eppure i tabloid britannici, da sempre allineati sul fronte colpevolista, hanno reazioni contrastanti dopo l'assoluzione. «Grido di libertà» titola il Sun, mentre il Guardian concede alla Knox la «fine di un incubo». Schierato invece il Daily Mail che a caldo, sul web, manda in rete un pezzo come se Amanda e Raffaele, condannati ancora, fossero stati rispediti in cella «sotto osservazione per rischio suicidio». Ma, errore a parte (commesso anche da Sun e Guardian), il Daily vede oggi per l'Amanda «libera» un futuro pieno di dollari. La definisce «furbetta in lacrime» pronta a «fare fortuna concedendo interviste ai media mondiali». La saga Knox destinata ad altre puntate, anche fuori dall'aula di giustizia, nonostante gli amici della giovane dicano che «lei non vuole pubblicizzare la sua immagine». Poi dall'altra parte c'è la stampa Usa. Quella del suo paese che l'ha sempre difesa. Almeno finora. Sul New York Times il premio Pulitzer Egan scrive: «Non c'era modo sulla base di prove scientifiche, che per gli standard internazionali erano risibili, per trovare colpevoli Knox e Sollecito». Fox News sottolinea che «il tribunale italiano ha fatto la cosa giusta». A sorpresa è la Cnn, l'emittente protagonista di un'accesa campagna innocentista sui media d'oltreoceano, a dichiarare che «la verità sull'assassinio resta sfuggente». E pone il dubbio: «O Sollecito e la Knox sono stati vittima di un errore giudiziario prima oppure Meredith lo è ora». Anche a Seattle, la città di Amanda, non sono tutti innocentisti. Un sondaggio on line del Seattle Post Intelligencer rivela che il 59% dei lettori la ritiene «innocente» ma il 30% pensa che «la verità non si saprà mai» e l'11% vede addirittura la sua concittadina «colpevole» ritenendo «l'assoluzione un errore».

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