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"Alfano fa bene a difendere il bipolarismo"

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Mario Segni

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«Siamo vicini al traguardo. Vicinissimi». Conserva un pizzico di scaramanzia Mario Segni. È l'ultimo week end utile. È l'ultimo week end utile per arrivare alle 500 mila firme necessarie per dar vita al referendum che intende cambiare la legge elettorale. Abolire il «porcellum». E lui, che di referendum se ne intende e che è tra i promotori dell'iniziativa, non vuole sbilanciarsi più di tanto. Onorevole Segni, l'operazione ancora una volta è riuscita? «Sono molto soddisfatto. È stato un vero miracolo. Parliamo di un'operazione partita a fine agosto che ha raggiunto in pochissimo tempo cifre su cui nessuno avrebbe avuto il coraggio di scommettere». È un segnale importante... «È il valore politico della cosa che non va sottovalutato. Una così ampia partecipazione tradisce un fortissimo desiderio di cambiamento, di rinnovamento del Paese. C'è un pezzo di Italia che non si rassegna». Adesso anche i politici sembrano essersene accorti. Tutti pronti a cambiare la legge elettorale... «Tutti, e comunque ancora solo a parole, hanno deciso che la legge elettorale va cambiata da quando si sono accorti che avremmo raggiunto le 500mila firme. Questa legge è da sei anni in parlamento e nessuno l'ha mai toccata. Il grido generale è un grido farisaico. Le firme hanno messo nell'angolo un parlamento che non avrebbe alcuna voglia di cambiarla questa legge».   Eppure anche Alfano ha aperto alla possibilità di cambiarla. Purché non si tocchi il bipolarismo. Per Casini invece è proprio il bipolarismo il problema... «Parliamoci chiaro. Io mi auguro che il parlamento riesca a cambiare la legge elettorale, solo che credo sia molto difficile. Alfano sin dall'inizio ha manifestato la volontà di rafforzare il bipolarismo e io spero rimanga fedele a questo orientamento. Se così sarà, però, diventerà difficile per lui fare un accordo con Casini». C'è chi dice che è sbagliato utilizzare il referendum come strumento politico. Cosa risponde? «Il referendum è uno strumento costituzionale. Consente ai cittadini di cancellare cose che ha fatto il parlamento, ma che non sono gradite al popolo sovrano».   La verità allora forse l'ha detta Formigoni. Elezioni anticipate al 2012 per evitare un referendum che ai politici non "è gradito"... «La cosa non mi stupisce affatto. Il punto, però, è che adesso sappiamo che gli italiani vogliono cambiare la legge elettorale. Chi ha ragione il popolo sovrano o la classe politica? Con che dititto dicono che il referendum non s'ha da fare?» Come pensa potrebbero reagire gli italiani? «Io questo non lo so. So solo che la politica deve rispettare la volontà dei cittadini. La grande partecipazione alla raccolta firme dice che gli italiani si sono stufati di questa classe politica. Se intravedessero in questa scelta di boicottaggio del referendum la volontà della classe politica di non schiodarsi dalla poltrona, non so cosa potrebbe accadere. Attenzione, però, a premere ancora sulla pentola. È una pentola che bolle da tempo...».

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