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Bari cancella il premio letterario Tatarella

Il padre nobile di An Giuseppe Tatarella

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Addio al «Premio letterario Giuseppe Tatarella – Città di Bari». L'evento di rilevanza nazionale e internazionale è stato cancellato dal programma culturale della città di Bari. Ufficialmente per ragioni di bilancio, ma in realtà la sinistra al governo del Comune non ha fatto nulla per dare linfa, impulso e risorse economiche ad un «gioiello» della promozione territoriale legato alla memoria di un leader dello schieramento conservatore. «Non ho la copertura economica per fare nulla» ha fatto sapere la dirigente comunale Paola Bibò, che cura l'organizzazione dell'appuntamento fin dal 1998. La manifestazione, che si articolava in più sezioni – dal romanzo alla saggistica – e prevedeva una ampia giuria popolare, era un fiore all'occhiello di una Regione che, per i proclami della giunta Vendola, dovrebbe avere proprio nella cultura un volano di sviluppo e crescita. Nelle passate edizioni aveva premiato autori di bestseller come Luis Sepulveda, David Grossman, Ian Mc Ewan e Bjorn Larsson. Per l'evento del 2011 erano previste spese per 120mila euro, ma l'amministrazione guidata dal sindaco del Pd, Michele Emiliano (che ha conservato per sé la delega alla cultura), ha «dimenticato» di programmare l'evento, salvo – dopo il clamore e le proteste dell'opposizione – trincerarsi in una generica dichiarazioni d'intenti a tutela del valore simbolico del premio. Il «Premio Tatarella» ha sempre avuto una vita travagliata, in particolare con la sinistra al governo del municipio. Nicola Laforgia, assessore alla cultura della prima giunta Emiliano ed esponente dell'area neocomunista (ora con Sinistra e Libertà), aveva anche provato a cambiarne intitolazione, ma l'iniziativa era stata smontata da un coro di disapprovazione bipartisan. Nell'ultima edizione si era registrata la polemica presa di posizione dello scrittore Aldo Busi, indisponibile a partecipare a un evento legato alla memoria di «un fascista almirantiano». Eppure lo smemorato autore di Montichiari era stato una firma ben retribuita di un settimanale di destra, vicino all'area missina-aennina, come «Il Borghese». Una possibile ancora di salvataggio, però potrebbe essere legata all'impegno (anche economico) dell'assessorato alla cultura della Provincia di Bari. Il vicepresidente dell'ente, Nuccio Altieri, aprirà un tavolo per dare un futuro alla manifestazione: «Da lunedì proveremo con gli altri enti territoriali e con gli sponsor sul territorio a far rivivere il premio. Di sicuro la sinistra al governo di Palazzo di città abbandonando il "Tatarella" non ha dato un esempio né di pluralismo e né di amore per le proprie iniziative di maggior prestigio».

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