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Voto segreto per la richiesta d'arresto di Milanese

Il deputato Marco Milanese

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Da ieri il futuro di Marco Milanese è appeso al voto segreto dei suoi colleghi d'Aula. Per il deputato del Pdl, ex consigliere politico del ministro Giulio Tremonti e coinvolto nella vicenda P4, si avvicina l'ora della resa dei conti. «Ci sarà il voto segreto. La forma della richiesta la discuteremo domani (oggi, ndr) con gli altri gruppi di opposizione ma non è determinante. Ciò che è certo è che il voto segreto ci sarà». Le parole che Milanese in cuor suo non avrebbe mai voluto sentire le ha pronunciate il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini. E così ora basterà che ai 22 deputati dipietristi che già avevano sottoscritto la richiesta di voto segreto se ne aggiungano solo altri 8 per mettere definitivamente in difficoltà la maggioranza. Il rischio che torni a verificarsi quello che accadde per Alfonso Papa, deputato del Pdl, anche lui invischiato nella vicenda P4 e per il quale il voto segreto aprì le porte del carcere, è alto. Infatti, nonostante il voto contrario alla richiesta d'arresto della giunta per le Autorizzazioni della Camera, resta molto probabile che giovedì a Montecitorio alcuni franchi tiratori seduti sia all'interno del Pdl ma, soprattutto, tra i leghisti, votino in modo difforme da quelle che sono le indicazioni dei loro partiti. Il primo a gridare allo scandalo per la decisione di Franceschini è stato infatti il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto che ha colto l'occasione per sottolineare le contraddizioni interne al Pd: «Se troviamo l'editore ripubblicheremo i discorsi di tutti coloro che, in Aula, ci hanno fatto prediche in occasione del voto su Papa perché rinunciassimo al voto segreto. Adesso sono loro a proporlo. Se lo faranno il minimo che si potrà dire è che sono degli autentici "sepolcri imbiancati", secondo l'espressione usata in un libro che alcuni di loro devono avere letto». Eppure nonostante lo sfogo sembra proprio che più di qualche pidiellino sia pronto a votare per l'arresto del loro collega anche per prendersi qualche rivincita nei confronti del non troppo amato ministro Tremonti. Ma è anche dai banchi della Lega che questa volta il superministro dell'Economia potrebbe ricevere qualche brutta sorpresa. Infatti, se in giunta per le Autorizzazioni i due esponenti del Carroccio hanno votato contro la richiesta d'arresto, non è detto che lo stesso avvenga in Aula. In fermento ci sarebbe già il gruppo di parlamentari vicini a Maroni che potrebbero cogliere l'occasione per dimostrare al "cerchio magico" dei bossiani che ormai tra i Lùmbard il peso del ministro dell'Interno è sempre più influente.

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