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La parabola di Manuela da santa a peccatrice

Combo con Sabina Began e Manuela Arcuri

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Chi è Manuela? Colei che, senza «viltade» alcuna, fece il gran rifiuto (alla faccia del sommo Dante e di Celestino V)? O la donna che tesse la sua trama per catturare il Cavaliere? Santa o peccatrice? Bisognerebbe chiederlo alla Procura di Bari. Che nel marasma di intercettazioni, di spifferi e pettegolezzi, deve aver fatto un po' di confusione. E così un giorno ha innalzato Manuela Arcuri agli onori degli altari, per poi rigettarla nella polvere a distanza di poche ore. In fondo, se per un punto Martin perse le cappa, per perdere onore e gloria basta un'informativa del nucleo di Polizia tributaria. Un passo indietro. Il 15 settembre le agenzie danno la notizia che nelle carte dell'inchiesta su Gianpaolo Tarantini e la sua squadra di ragazze, figura il nome della popolare modella e attrice. Silvio Berlusconi ha per lei una preferenza particolare e Gianpi fa di tutto per accontentare il premier, ma Manuela no. Più morigerata di Santa Maria Goretti, rifiuta la scabrosa offerta: una notte di amoreggiamenti a Palazzo Grazioli in cambio della conduzione del festival di Sanremo. Lei, certe cose, non le fa. La santificazione è immediata. Il popolo del web la esalta. Nel giro di poche ore Manuela è candidata naturale al ruolo di: leader del Pd, leader di tutte le sinistre, guida suprema delle forze buone (ovviamente tutte di sinistra) dell'universo, Wonder Woman. Si è rifiutata di scendere a patti con il «diavolo» Berlusconi. Tanto basta. Ma la gloria dura troppo poco. Giusto il tempo di andare a leggere nel dettaglio proprio quelle carte che dovevano dipingerla come un'eroina. Perché l'immagine dell'Arcuri che esce dalle intercettazioni e dalle considerazioni della Guardia di Finanza non è proprio lusinghiera. Si scopre ad esempio che Manuela ha sì rifiutato il Cavaliere, ma perché (così almeno racconta Francesca Lana) prima vuole vedere il «cammello». «Lei sostiene - spiega Lana - "fin quando non ho una certezza che quello che voglio accada non faccio niente per lui"». Ma c'è di più. Secondo l'informativa «appare fondato il sospetto che l'attrice, insieme a Tarantini, abbia indotto l'amica a prostituirsi, prospettando chissà quali futuri successi professionali per mano del presidente Berlusconi». È lei, infatti, che sempre secondo Lana l'avrebbe «istruita» dopo una notte trascorsa a Palazzo Grazioli: «Manuela gliel'ho raccontato, mi ha detto: "Sì Fra però mo glielo devi dire del film, delle cose. È ora che gli parli (...). La meteorina è troppo poco per una cosa del genere, devi fare un film o un programma da valletta, ma con un grosso presentatore, una fiction, una sit com...chiedigli una cosa di più. (...) E poi dobbiamo parlare di quella cosa a due, ma ti rendi conto. Minimo per quello ci deve...se dovessimo fare una cosa del genere, ci deve già avere il contratto firmato davanti». E per fortuna che lei, a fare certe cose, manco ci pensava. Certo, si tratta anche in questo caso di chiacchiere affidate a terzi e, quindi, occorre la dovuta cautela. Ma chissà cosa dirà ora Serena Dandini che, prima di essere rifiutata (lei sì per davvero) dal Cda di viale Mazzini, ha annunciato trionfante: «Abbiamo fondato il Manuela Arcuri Fan Club». Purtroppo fa parte del gioco al massacro. Di quel meccanismo perverso per cui, dopo aver accuratamente accumulato il fango nel ventilatore, si cominciano a far girare le pale. E così un giorno riesci a ripararti e sei un eroe, il giorno dopo vieni colpito e diventi un poco di buono. Basterebbe questo esempio per far capire quanti danni può causare la spettacolarizzazione di certe inchieste. Servirebbe maggiore cautela nel maneggiare intercettazioni e, soprattutto, nello «spifferare» notizie qua e là. Così i sogni della sinistra si infrangono ancora una volta e sullo sfondo restano le parole del premier: «Mi dispiace anche, per fare un altro esempio, dei falsi pettegolezzi che sono stati creati grazie ai soliti brogliacci telefonici sulla signora Arcuri, che è stata invece mia ospite inappuntabile in Sardegna e a Palazzo Grazioli». Eppure anche a lui, così dicono le solite intercettazioni, alla fine aveva chiesto a Gianpi di depennare la Arcuri dalla sua lista perché ritenuta troppo «volgare» dopo un'intervista al programma alle Iene. Povera Manuela, adorata e abbandonata, amata e rifiutata, santa e peccatrice.

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