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Le giravolte di Tonino: «Voto segreto su Milanese»

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Perché,quando sente l'odore del «sangue», il «lupo» Antonio Di Pietro non molla la preda. Anzi. Così ieri, in vista del voto con cui la Camera dovrà decidere se concedere o no l'arresto di Marco Milanese (22 settembre), il leader dell'Idv ha ribadito la propria intenzione: «Chiederemo che il voto sia segreto». C'è solo un piccolo problema. L'Italia dei valori può contare su 25 deputati, ma per fare la richiesta ne servono almeno 30. Per questo l'ex pm, da Palazzo D'Avalos dove ha concluso la festa del suo partito, ha lanciato un appello a «tutte le persone di spirito libero» perché appoggino la richiesta. Il motivo è semplice. Sull'arresto di Milanese, così come era accaduto a suo tempo per Alfonso Papa, la Lega, nonostante le rassicurazioni di Umberto Bossi, non ha una posizione unitaria. E non è escluso che, dopo aver votato contro in Giunta per le autorizzazioni, lasci libertà di voto ai propri deputati in Aula. Una libertà di voto fortemente condizionata dal fatto che nessuno si permetterebbe mai, pubblicamente, di andare contro la linea tracciata dal Senatùr. Ecco allora che il voto segreto potrebbe diventare un'ottima occasione per dissentire da Bossi, ma senza aprire uno scontro fratricida. Non solo, ma anche i malpancisti del Pdl, che sognano vendetta nei confronti del ministro Giulio Tremonti, potrebbero sfogarsi mandando in galera il suo ex braccio destro. Di fronte ad uno scenario di questo tipo è ovvio che l'opposizione sogni. Anche perché un incidente di percorso, soprattutto in questo momento, potrebbe mettere in seria difficoltà l'esecutivo. Così Di Pietro compie una giravolta a 360° gradi e dimentica quello che diceva non più tardi di un paio di mesi fa. Quando, di fronte alla possibilità che venisse chiesto il voto segreto su Papa, attaccava: «Non chiederemo mai il voto segreto perché vogliamo sapere i nomi e i cognomi di tutte quelle persone che impediscono alla magistratura di fare il proprio dovere coprendo personaggi che devono rispondere di ciò che hanno fatto davanti alla giustizia». Bene, Tonino può iniziare: oggi il primo di quei nomi è il suo. Un fatto che il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto non manca di sottolineare: «Ripubblicheremo tutti i nobili appelli che ci vennero fatti in occasione della votazione sull'onorevole Papa affinché il nostro gruppo rinunciasse al voto segreto. Vediamo che adesso alcuni degli stessi che hanno fatto fortissima pronuncia contro il voto segreto, si accingerebbero oggi a chiederlo per Milanese. Siamo sicuri che scherzano. In primo luogo l'onorevole Di Pietro che come tutti sanno è uomo d'onore». Chissà se le parole di Cicchitto serviranno a convincere l'ex pm. Di certo all'interno del Pdl i timori per un esito negativo del voto di giovedì crescono con il passare dei giorni. Si teme soprattutto lo «sgambetto» della Lega e per questo già da oggi le diplomazie saranno al lavoro per cercare di preservare la tenuta della maggioranza indipendentemente dall'esito. E forse una mano potrebbe arrivare dal Pd che per ora non ha ancora appoggiato la battaglia di Tonino. «Lasciateci vedere quali saranno le tattiche migliori - ha spiegato ieri Pier Luigi Bersani -, abbiamo dimostrato che non siamo inesperti in quanto a tattiche parlamentari. Noi, in ogni caso ubbidiamo ad un principio, finché le leggi sono quelle vanno applicate allo stesso modo per i parlamentari, per gli amministratori, per i cittadini, per gli immigrati allo stesso modo, la nostra posizione è quindi molto chiara». Nic. Imb.

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