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Berlusconi: «Le Borse sono come orologi rotti»

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.Silvio Berlusconi è al lavoro. Fa il premier. E intanto fa sapere che non è fiducioso circa una buona reazione dei mercati finanziari domani. «I mercati vanno per conto loro» ha spiegato il Cavaliere ieri sera a chi gli chiedeva se si possa aspettare una situazione di stabilità e ripresa delle borse europee nella prossima settimana. «Mio padre - ha proseguito il presidente del Consiglio - diceva che le borse sono come un orologio rotto: segnano l'ora giusta due volte al giorno. Quindi tra mercati ed economia reale c'è una bella differenza». Martedì sarà impegnato con i leader dell'Unione europea e non potrà ricevere a palazzo Chigi il procuratore aggiunto Giandomenico Lepore e i suoi sostituti Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock che vogliono sentirlo in quanto parte lesa nell'inchiesta Tarantini-Lavitola. Il presidente del Consiglio andrà prima a Bruxelles per incontrare il presidente permanente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, e poi, nel pomeriggio, a Strasburgo dove vedrà il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. Al centro dei colloqui la difficile situazione dell'Eurozona, gli interventi per stabilizzare i mercati e, in questo quadro, i contenuti della manovra italiana per il risanamento dei conti e le riforme strutturali. All'indomani delle dimissioni di Juergen Stark, membro tedesco del board Bce, è ancora più importante che ai mercati vengano lanciati segnali rassicuranti sulla volontà dell'Europa e dell'Italia di fare tutto il necessario per allentare la tensione. Il Cav lo sa. E vola a Bruxelles. Le toghe non si scompongono. Lo aspetteranno. «Se ci dovesse essere il legittimo impedimento, sarà fissato un nuovo incontro. Su questo non c'è alcun problema», spiega il procuratore Lepore, che scherza con chi gli chiede del viaggio dell'impegno di Berlusconi a Strasburgo: «Buon viaggio dice ridendo - Non è detto che non verrà all'incontro, può anche fare entrambe le cose. Al momento - conclude - nessuno mi ha comunicato ufficialmente nulla. Noi ci terremmo a sentire il presidente per chiarire alcuni punti». Berlusconi intanto continua il suo lavoro di rilancio del partito. Riunisce a palazzo Grazioli il segretario Alfano, i coordinatori Verdini, Bondi e La Russa e il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi e pensa al futuro. «L'ultima settimana di novembre e la prima di dicembre terremo i congressi che chiameremo elezioni dirette dei segretari - spiega Lupi al termine dell'incontro, durato oltre tre ore - Il tesseramento del Pdl scadrà il 30 ottobre, mentre la settimana prossima si riunirà il tavolo delle regole per i criteri di elezioni dei segretari e per le indicazioni sulla scelta dei nostri candidati alle amministrative». Per quel che riguarda il presente, invece, il Cav non ha dubbi: «Siamo sicuri che resisteremo fino alla fine della legislatura», afferma in una intervista a Bruno Vespa per lo speciale di Porta a Porta sull'11 settembre. «Questa è la nostra intenzione ed è anche per noi una certezza perché dopo la diaspora di Fini e dei suoi in Parlamento, abbiamo conseguito una nuova maggioranza che è politicamente molto più coesa e che ci dà delle speranze fondate di poter utilizzare questi 18 mesi per poter approvare le tre manovre importanti che dobbiamo fare, cioè quella dell'architettura istituzionale dello Stato, quella della giustizia e la riforma del fisco», ammette. Anche alla domanda di Vespa sulla eventualità di rafforzare la manovra, Berlusconi risponde sicuro: «Ritengo di no perché questa manovra è stata fatta da noi seguendo tutte le indicazioni delle Banca Centrale Europea».

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