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Manovra, Regioni e Anci sul piede di guerra

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Riunioni di partito senza sosta

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Nell'anno delle celebrazioni dei 150 dell'Unità d'Italia, dopo mesi di dibattito, oggi, d'un tratto, le Province sono scomparse. Abolite da un ddl costituzionale che al loro posto "promuove le Città metropolitane - già inserite nella Costituzione ma finora rimaste sulla carta - e che prevede anche l'istituzione di «forme associative tra i Comuni», che verranno decise dalle Regioni. Il provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri ha affossato le ultime speranze degli amministratori provinciali, i quali tuttavia non si sono affatto dati per vinti. "Questo provvedimento è demagogico, porterà il Paese al caos e farà lievitare le spese", preconizza il presidente dell'Upi, l'Unione delle Province d'Italia, Giuseppe Castiglione, Pdl, presidente della Provincia di Catania. "Ora faremo una battaglia nel Paese e nel Parlamento, siamo convinti che qui troveremo ascolto". E annuncia una mobilitazione dei presidenti e dei consiglieri provinciali già per giovedì prossimo, 15 settembre. Giornata che si preannuncia "infuocata". I sindaci hanno indetto per giovedì il primo sciopero,come ha riferito il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. In pratica, tutti i municipi d'Italia riuniranno i propri organi per protestare contro gli effetti della manovra del governo e i sindaci, contestualmente, restituiranno simbolicamente ai prefetti le proprie deleghe sulle funzioni di anagrafe. Alla mobilitazione, alla quale hanno aderito anche la Conferenza delle Regioni e l'Upi, si uniranno una serie di altre iniziative, tra le quali il ricorso alla Corte costituzionale contro gli articoli 4 e 16 della manovra, ovvero quelli che obbligano i Comuni alla dismissione delle società partecipate e che intervengono sull'organizzazione istituzionale dei 5.800 Piccoli Comuni sugli 8 mila totali. "La mancanza da parte del governo di una leale collaborazione - spiega il vicepresidente dell'Anci Graziano Delrio - ci obbliga a continuare nella nostra mobilitazione contro una manovra iniqua e dannosa per i cittadini e per il Paese. Non siamo impegnati in una difesa corporativa, ma piuttosto nella difesa delle nostre comunità". Per il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, "non possiamo abbassare la testa davanti alle scelte irresponsabili del Governo". Le Regioni giovedì consegneranno "i contratti per il trasporto pubblico locale su ferro e gomma" annuncia il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, spiegando che con i tagli ai trasferimenti "c'è il rischio default delle aziende di trasporto locale". "Non stiamo aprendo un conflitto istituzionale, non ci interessa. Ma ci sono problemi aperti che riguardano i cittadini e il sistema delle autonomie, che sono anche problemi del Governo", aggiunge il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in una conferenza stampa congiunta che si è svolta nella sede dell'Anci al termine di un incontro tra Regioni e Comuni. E Formigoni pone l'accento sul finanziamento ai trasporti locali: "da 1,9 miliardi a 400 milioni". Lettera a Berlusconi di Errani, Castiglione e il presidente facente funzioni dell'Anci, Osvaldo Napoli, per tornare a ribadire l'insostenibilità delle misure adottate dalla manovra, e per avvertirlo che proseguirà la mobilitazione già avviata nelle scorse settimane, "con nuove iniziative". L'auspicio finale è che ci sia una "ripresa di un dialogo nell'interesse generale dei cittadini". In questo senso si è espresso anche il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffale Fitto, che rassicura: "comprendo le preoccupazioni delle Regioni e di tutto il sistema delle autonomie, ma la volonà del Governo ad avviare un confronto, e non un conflitto istituzionale, con le Regioni e gli enti locali, non è mai venuta meno e continuerà dopo l'approvazione della manovra".  

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