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Colle turbato, e spunta la quinta manovra

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Apassi piuttosto spediti nella commissione Bilancio del Senato. Ma nessuno dei senatori della maggioranza è convinto che il testo che sarà varato in queste ore diventerà talis qualisque legge. Ormai tutti si attendono una nuova e profonda modifica dopo che la manovra è stata ieri oggetto di un autentico bersagliamento. Dell'Unione europea, per esempio, che ne mette in discussione le entrate certe previste dalla lotta all'evasione. Una telefonata tra Tremonti e il commissario europeo Rehn in serata fa tornare un po' di serenità. Ma non basta. Perché nella ridda di voci ce n'è una che riguarda il Quirinale. Nella maggioranza infatti si diffonde l'indiscrezione secondo cui sul Colle ci sia una certa inquietudine che deriva in buona parte dalle incertezze internazionali. Si fa strada un nuovo intervento sulle Province che anticipi il drastico taglio. Un nuovo emendamento, che di fatto configurerebbe la quinta versione della manovra, e che consentirebbe di procedere a un immediato risparmio. Il nuovo testo infatti toglierebbe subito alle Province le risorse delegando le competenze a Comuni e Regioni. Si rinvierebbe al disegno di legge costituzionale l'effettiva abolizione. Il governo smentisce, non si prendono neppure in considerazione eventuali modifiche. Si vedrà. C'è tempo per decidere sino a martedì, giorno in cui la manovra dovrebbe approvare in aula al Senato. L'indicazione che è arrivata da Berlusconi è di approvarla al più presto possibile e poi valutare nel fine settimana le eventuali modifiche. Anche se la battuta d'arresto di ieri sera ha messo in allarme la maggioranza. Sotto accusa Gianfranco Miccichè visto che il suo uomo, a sorpresa, ha votato contro il governo. Il tutto renderà ancora più necessario nuovi cambiamenti in aula, se ne dovrà occupare Berlusconi in persona. In verità il Cavaliere, a chi lo ha sentito a telefono, è apparso piuttosto scosso dalla freddezza con cui è stato accolto lui e la manovra a livello internazionale. E di questo mette sul banco degli imputati l'opposizione che, a suo dire, avrebbe avviato una campagna di denigrazione oltre i confini nazionali in un momento per giunta così delicato. Ma il premier è turbato anche dalla valanga di intercettazioni che sono state pubblicate e che ancora potrebbero essere rese note. Il nuovo sputtanamento produrrà i suoi effetti. F. d. O.

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