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Bce e Bruxelles dettano la linea

Olli Rehn

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Il pressing sul governo si è fatto serrato. Dopo la sollecitazione del presidente della Bce Trichet ieri è arrivata quella del commissario europeo agli Affari Economici Olli Rehn. Entrambi hanno chiesto all'Italia di implementare la manovra economica, accelerando le riforme per il risanamento dei conti pubblici con l'obiettivo di agganciare il pareggio di bilancio prima del 2014. Non solo. Nel promeriggio l'agenzia Reuters riportava che la Banca centrale europea, secondo indiscrezioni, sarebbe pronta ad acquistare i titoli di Stato italiani a fronte di un impegno del governo a portare avanti in tempi strettissimi le misure anticrisi. «Se l'Italia - hanno rilevato le fonti citate dalla Reuters - annuncia riforme presto, molto presto, questo aiuterebbe un intervento della Bce che è l'unica cosa che stabilizzerebbe ora il mercato». Una vera e propria manovra a tenaglia sull'Italia condotta sotto la regia del Cancelliere tedesco Angela Merkel, in serie difficoltà di consensi in patria, e con la sponda della Francia. Non per niente la Bundesbank al momento di votare, nel board della Bce, l'operazione di riacquisto del titoli di debito sovrano degli Stati dell'eurozona, si è tirata indietro lanciando un segnale esplicito. Come dire che la Germania non ha intenzione di aiutare Paesi in difficoltà ma non volonterosi. Tant'è che la Banca centrale ha deciso di tenere in sospeso l'acquisto di titoli del debito sovrano di Italia e Spagna. L'Eurotower non si è neppure accontentata dell'impegno preso da Berlusconi e Tremonti circa l'anticipo del pareggio di bilancio e delle misure sul fronte assistenziale e fiscale. Non si fida, vuole vederci chiaro. E subito dopo la conferenza stampa del premier e del ministro dell'Economia ha lasciato trapelare che l'annuncio va nella direzione giusta ma «bisogna vedere i dettagli». Questo significa che gli acquisti di titoli italiani dipenderanno dai dettagli sulle misure annunciate. la Bce fa quindi sapere che «monitorerà gli spread» e agirà di fronte a «distorsioni» in grado di impedire il regolare meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Come dire che non ci saranno fatti sconti. Ma per sbloccare la situzione e aggiungere altre dosi di rassicurazioni sull'impegno italiano, in serata ci sono stati fitti contatti tra Roma e Francoforte. All'Italia era stato già fatto pervenire il messaggio dal commissario Rehn. Non solo una sollecitazione generica ad anticipare la manovra di risanamento ma una vera tabella di marcia. Insomma Bruxelles e Francoforte hanno voluto dettare all'Italia tempi e misure imponendo finanche una modifica della Costituzione con l'introduzione del principio del pareggio di bilancio e delle liberalizzazioni («la libertà in base alla quale tutto è consentito per i soggetti economici e per le imprese eccetto quello che non è vietato dalla legge». Esattamente quello che poche ore prima aveva chiesto il commissario europeo Rehn rilanciando la linea del presidente della Bce Trichet del giorno prima. Entrambi hanno insistito sull'apertura delle professioni alla concorrenza, sulla riforma del mercato del lavoro, sul fisco e sull'assistenza. Rehn ha detto in modo esplicito che «la Commissione sostiene l'intenzione di includere l'obbligo del pareggio di bilancio nella costituzione» in modo tale che diventi permanente il rispetto completo del patto di stabilità e crescita. Il commissario europeo ha fatto esplicito riferimento al «piano di riforma del welfare che è attualmente all'esame del Parlamento italiano», dicendo che si tratta di «un passo molto importante verso la sostenibilità fiscale», ammonendo riguardo al fatto che «la sua approvazione e la sua implementazione dovrebbero venire accelerate». E sia Francoforte che Bruxelles, quasi un monito, hanno sottolineato che l'Italia come la Spagna non avranno bisogno di alcun piano di salvataggio perchè possono farcela da soli. Il che tra le righe significa che prima di un'intervento delle istituzioni europee l'Italia deve dimostrare di volersi rimboccare le maniche. Il termometro dell'affidabilità delle misure che saranno messe in campo, sarà l'andamento dello spread tra i titoli di Stato e il Bund tedesco. È al differenziale di rendimento che la Bce guarda, ci è stato fatto capire da Francoforte.

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