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Missioni all'estero, slitta il voto in Senato

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La foto del primo caporal maggiore David Tobini morto in Afghanistan

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Slitta a domani mattina il voto finale sul decreto che rifinanzia le missione di pace all'estero. Non dovrebbero esserci sorprese per l'approvazione in prima lettura con un ampio consenso, esclusa l'Idv, che conferma la propria contrarietà soprattutto alla missione in Afghanistan. Nel pomeriggio, infatti, è stata trovata l'intesa sui fondi per la cooperazione, che erano stati richiesti in particolare dal Pd. Sui 16,5 milioni di euro richiesti, otto milioni sono finanziati subito, mentre gli altri 8,5 verranno trovati nella prossima finanziaria. La copertura degli importi sarà garantita dal bilancio del ministero degli Esteri. Intesa anche all'interno della maggioranza tra il Pdl e il Carroccio, che con una dichiarazione di Federico Bricolo spiega che la Lega «ha ottenuto importanti risultati» con il ridimensionamento dell'impegno e l'approvazione di loro proposte che riguardano il rientro dal 2012 di due mila soldati e minori spese per 150 milioni di euro. «Inoltre, per noi è fondamentale - precisa il capogruppo del Carroccio al Senato - che la missione in Libia è finanziata solo fino a settembre». Questa dichiarazione di Bricolo mette la sordina sulle tensioni tra i leghisti per l'impegno in Afghanistan, mentre il viceministro Roberto Castelli, che nei giorni scorsi aveva annunciato il suo 'nò al decreto non è venuto in Senato. Parziale soddisfazione è stata espressa anche dalla presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, che ha parlato di una «prova di responsabilità» da parte del governo e della maggioranza, «anche se il testo - aggiunge - non è esattamente quello che volevamo, ma la cooperazione internazionale è stata parzialmente risparmiata e quindi voteremo a favore». L'aula del Senato ha anche approvato un emendamento del senatore siciliano del Pdl, Antonio D'Alì, che assegna 10 milioni di euro alla Provincia di Trapani, il cui aeroporto è stato chiuso al traffico civile per consentire all'Aeronautica di svolgere le operazioni militari sulla Libia. Unico bastian contrario, l'Italia dei Valori, che definisce l'intesa tra maggioranza, Pd e Udc sulle risorse come «una ciambella di salvataggio per questo traballante governo». «Finanziare l'impegno militare - sostiene il capogruppo Felice Belisario - anziché prevedere il rientro dei nostri soldati, ci pare una scelta sbagliata». Peraltro, il clima si è rasserenato dopo che la Lega Nord ha deciso di trasformare in un ordine del giorno un suo emendamento, fortemente contestato dalle opposizioni, che modificava la legge del 1975 sull'uso delle armi in Italia. Un emendamento che è stato considerato spurio rispetto alle finalità del decreto.  

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