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Con il voto della Camera che ha autorizzato l'arresto di Alfonso Papa viene ufficializzata la crisi tra Lega e Pdl.

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Èvero che non si trattava di un provvedimento che riguardava l'esecutivo in sé. E sicuramente questa eccezione verrà utilizzata come scappatoia per giustificare la mancata tenuta della coalizione, ma siamo di fronte a un momento di gravi conflitti interni. Quanto accaduto ieri infiamma una miccia che era già stata innescata. Detto questo, però, sono convinto che la crisi del governo non potrà scaturire dal voto su Papa. È più probabile che accada su un problema di natura economica o su una diversità di vedute sulla Giustizia in senso lato, non sul singolo episodio. Fuori dal Palazzo gli elettori hanno registrato il voto spaccato di Pdl e Lega, ma non si faranno influenzare dal singolo caso. Un partito deve conquistarsi un determinato profilo prima di essere premiato dai cittadini. Il Carroccio non è uscito bene dalle Amministrative, ma per i suoi elettori a pesare è il clima economico, la situazione dei mercati, la manovra. Il voto di ieri per Maroni e compagni può essere una pedina in più, ma non consente di per sè di recuperare quel 2/3% che ha perso negli ultimi mesi. Na. Pie.

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