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"Via le province"

ECCO LE FIRME

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La prima notizia è che i politici - dopo le polemiche scatenate dalla manovra economica - sembrano aver messo, almeno per un attimo, la testa fuori dal Palazzo ed aver ascoltato la rabbia degli italiani. La seconda, è che dopo averlo fatto, si sono improvvisamente ricordati di quanto sia importante abolire le Province (dopo averlo scritto a suo tempo nei pur diversi programmi elettorali). E se Antonio Di Pietro torna alla carica contro l'astensione del Pd sul provvedimento presentato dall'Idv per l'abolizione e annuncia una proposta di legge di iniziativa popolare per sopprimere le Province e un referendum anti-casta per abbattere i costi della politica, i democratici non ci stanno a passare per politicanti demagoghi difensori del privilegio. Bersani prova così a metterci una toppa, ma - come spesso accade - è peggiore del buco: «Il Partito democratico ha le sue precise proposte - spiega - Ma confondere i costi della politica con il tema delle istituzioni, come si sta facendo in una confusa discussione sulle province, è un non-senso». Per rilanciare il Pd sta mettendo a punto un disegno di legge, da presentare in Senato, che non abolisca tout court le Province ma, come spiega il deputato Francesco Boccia, tagli «i costi dei politici». Sarà. Intanto anche Pdl e Lega cominciano a pensare a come tagliare gli sprechi che derivano dagli enti locali. Il Carroccio, fino ad ora contrario all'abolizione, prova a mediare. L'idea - contenuta in una proposta di legge costituzionale che il gruppo parlamentare leghista ha presentato ieri alla Camera - è quella di affidare alle Regioni il compito di «riformare e razionalizzare» il sistema delle Province, sopprimendo quelle che sono «inutili o non sostenibili nel loro indirizzo di programmazione». Due i «parametri di sostenibilità» previsti: un minimo di 300mila abitanti o di 3mila chilometri quadrati. Quando si ricomincia a parlare di numero minimo di abitanti da salvare, però, il toto-cifra è dietro l'angolo. «Si possono dimezzare le Province abolendo quelle con meno di 500 mila abitanti. Questa è la strada maestra da seguire: razionalizzare per migliorare l'efficienza, riducendo costi e personale politico», propone la vicepresidente dei deputati del Pdl, Isabella Bartolini. Hanno presentato una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare per l'abolizione delle Province anche i finiani. «Rilanciamo l'argomento appellandoci agli italiani. Entro l'estate raccoglieremo le 50mila firme previste dalle legge, porteremo la questione in Parlamento con la spinta dei cittadini che firmeranno la nostra proposta», spiega Italo Bocchino annunciando «mobilitazioni di piazza» contro i «carrozzoni clientelari». Anche sul risparmio che deriverebbe dall'attuazione di un simile provvedimento il valzer delle cifre si scatena. Due, tre, quattro miliardi. L'unica cosa certa, ad oggi, sembra essere il numero delle firme da raggiungere: ne servono 50 mila. Questo traguardo - bando alle conferenze stampa e le proposte di legge del giorno dopo - non dipende dai politici. E non è poco. Per aderire all'iniziativa del referendum di abolizione delle Province lanciata da Il Tempo CLICCA QUI

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