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Basta con le forniture sanitarie da 80 miliardi di euro l'anno

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L'Italiapuò contare su «fattori favorevoli» per proseguire sulla strada del risanamento dei conti e superare le minacce dell'emergenza. Ma deve trovare «un intento comune, al di là degli interessi particolari e di fazione». Nessun Paese al mondo ha mai avuto uno sviluppo sostenuto quando la spesa pubblica supera il 40% del reddito nazionale. Tutti quindi concordano che per crescere di più occorre meno fisco su lavoro e imprese, ma ancora una volta siamo all'annuncio di una delega e gli interventi concreti saranno in un futuro incerto. Bisogna indicare al Paese alcune misure di risparmio essenziale e condivise, che identifichino con chiarezza grandi centri di spesa fuori controllo e non solo le tasche dei cittadini da cui reperire nuove risorse. Come fa notare Oscar Giannino, sul suo ChicagoBlog, questi comparti di spesa da ridurre con decisione ci sono eccome. Le forniture della sanità valgono da sole 80 miliardi di euro l'anno, e sono lievitate del 50% in sei anni, senza che dovessimo fronteggiare epidemie. Se non lo si può dire, perché nel frattempo la Lega ha chiesto e ottenuto che per il più ampio consenso ai decreti attuativi del federalismo fiscale bisognava promettere alle Regioni l'invarianza complessiva nazionale della spesa sanitaria ai livelli del 2009 – comprese dunque le forniture monstre – allora non ci si può stupire, se Regioni e Autonomie insorgono come un sol uomo contro il governo.

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