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Scintille Berlusconi-Tremonti, pace armata sulla manovra

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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Bufera giudiziaria per il caso Milanese e l'inchiesta P4, Borsa a picco e spread Btp-Bund schizzato alle stelle. Ieri è stata una giornata ad alta tensione per il governo che ha provocato sui mercati un vero bagno di sangue con la speculazione scatenata sull'ipotesi di dimissioni di Tremonti. Una fibrillazione che Berlusconi ha tentato di soffocare convocando in fretta e furia il ministro dell'Economia a Palazzo Chigi per una colazione di riappacificazione ma con scarsi esiti. Tra i due è pace armata e sui mercati si scommette su un rimpasto a breve. Tutto ha origine da un'intervista rilasciata dal premier a La Repubblica nella quale Berlusconi bacchetta Tremonti lasciando intendere che il rapporto di fiducia si è incrinato. «Pensa di essere un genio e crede che tutti gli altri siano dei cretini. Lo sopporto perché lo conosco da tempo e va accettato così». Poi sottolinea la divergenza di vedute sulla manovra: «Giulio è preoccupato dei mercati ma in politica il fatturato è composto dal consenso e dai voti. A lui il consenso non interessa, a noi sì. Quindi, fermi restando i saldi, noi la manovra la cambieremo in Parlamento». Non solo. In mattinata Berlusconi diffonde una nota nella quale esprime fastidio per la sua pubblicazione, ma senza smentirla. La speculazione si è già scatenata. Dal Quirinale e dalla Banca d'Italia sarebbero arrivate precise sollecitazioni a Berlusconi a smorzare la polemica e a rassicurare i mercati. A metà giornata, il premier convoca Tremonti a Palazzo Chigi, presente Gianni Letta, per una colazione. Nel frattempo il Governatore Mario Draghi scende in campo per placare i timori di alcuni analisti circa le condizioni dei conti pubblici italiani. «La manovra di finanza pubblica è un passo importante per il consolidamento dei conti pubblici - dice - e consente il raggiungimento del pareggio del bilancio nel 2014». L'incontro tra Berlusconi e Tremonti dura quasi un'ora poi una nota di Palazzo Chigi rassicura. La colazione è stata «cordiale», e il governo conferma l'obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2014 in linea con gli impegni assunti a livello europeo. La manovra sarà blindata e approvata entro l'estate e si continuerà a rafforzare l'azione del governo. Il che significa: i saldi della manovra non saranno cambiati e Tremonti resta al ministero. A stretto giro poi il Tesoro fa uscire un messaggio rassicurante, che dà un colpo al cerchio e uno alla botte, annunciando che c'è un tesoretto da 5,8 miliardi nella manovra che potrà finanziare la riduzione della pressione fiscale. I soldi andranno nel fondo per gli interventi di politica economica che finanzierà alcune misure, tra cui anche il taglio delle imposte. A Repubblica Berlusconi aveva detto che sarà corretto il superbollo sulle autovetture e si farà qualcosa sulle tasse. In serata si fa sentire anche il Quirinale: «Bisogna insistere nello sforzo per tenere sotto controllo in conti pubblici». È vero che l'Italia sta facendo sforzi enormi, ma, ribadisce il Capo dello Stato, non si può abbassare la guardia. La tensione tra Berlusconi e Tremonti è tutt'altro che rientrata. Nessuno parla di dimissioni del ministro, al momento la priorità è rassicurare i mercati, ma l'ipotesi resta. Tant'è che già circolano i nomi di possibili candidati, da Mario Monti a Lorenzo Bini Smaghi, prossimo a lasciare il board della Bce. In serata Bossi scende in campo a difesa di Tremonti: «Berlusconi ha fatto discussione con Tremonti e non va bene. Il ministro è una brava persona, ascolta i mercati e meno male che c'è qualcuno che lo fa, altrimenti i mercati ci fanno fallire».

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