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Giulio si defila: sul Lodo parlerà Palazzo Chigi

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«Neparlerà ufficialmente Palazzo Chigi. La riunione di ora è per discutere del testo che c'è. Ho già letto abbastanza retroscena». La giornalista però insiste e allora Tremonti è lapidario: chiamate Letta, se vuole le do il telefonino. La domanda arriva puntuale, appena il microfono passa alla stampa per le domande di chiarimento. Letta ha appena lasciato la sala (aveva uno dei consueti impegni in Abruzzo). Il ministro dell'Economia però non fa una piega. Di sicuro si aspettava la domanda e l'occasione è quella giusta per far capire tra le righe che «la manina» che ha inserito la norma non è la sua. «Ho letto tanto, ho letto di discussioni complicate, ho letto di mie dimissioni - incalza Tremonti - Ma il testo uscito dal consiglio dei Ministri è il testo che il ministero dell'Economia ha presentato. Il Consiglio ha introdotto novità importanti, c'è stata una discussione impegnativa su molti punti, ma in generale c'è stata condivisione sull'impianto. È giusto affermare il punto che il testo presentato in sede politica, ai gruppi parlamentari, e presentato qui era il testo che avevamo in mente». Insomma chiarire il giallo di quello che tutti hanno bollato come il «salva-Fininvest», spetta a Palazzo Chigi. Seduto al tavolo, accanto ai ministri e a Tremonti, c'è Bonaiuti, portavoce del premier e sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ma non interviene. Prende invece la parola il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani. «Era una norma responsabile, e di civiltà». E spiega che «il fatto di pagare prima di una sentenza definitiva colpisce la solidità di un'azienda e dei suoi lavoratori. Responsabilmente Berlusconi ha ritenuto più importante la manovra di questa norma e ha chiesto al ministro dell'Economia di toglierla». La doccia fredda però arriva dal ministro Calderoli che tira fuori la Lega da qualsiasi responsabilità sulla vicenda del Lodo Mondadori. «La norma non l'avevo nè vista nè letta. Rispetto ai contenuti, non entrando nel merito, avrei qualche perplessità sul profilo della costituzionalità: una norma deve essere generale e astratta, e non con troppi parametri numerici che provoca differenze tra cittadini». Bocca cucita sulla telefonata con il presidente della Repubblica Napolitano per discutere di questo tema. «C'è la privacy, ne rispondo solo a me stesso e al Quirinale». Mentre è in corso la conferenza stampa, dal Pdl continuano le voci a difesa del contenuto della norma Per il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, «inserire una norma del genere non è stata una scelta opportuna, ma è stato usato un metodo sbagliato per una questione giusta. Quando una sentenza di primo o secondo grado determina la vita o la morte di un'azienda, con il fallimento e i licenziamenti, è giusto che decada? C'è un problema di esecutività della sentenza». L'opposizione incalza: Berlusconi chiarisca.

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