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Comuni e Regioni sul piede di guerra «Così si blocca il governo del territorio»

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Ilbraccio di ferro, cominciato in sordina nei giorni scorsi, ha assunto ieri i toni dell'aut aut, sfociando in una conferenza stampa nella quale i protagonisti dei territori hanno spiegato che la manovra economica ha due grandi demeriti: blocca lo sviluppo del territorio e azzera i progetti sul federalismo fiscale. Tutta colpa della scure di Tremonti, che non garantirebbe più la normale erogazione dei servizi: dall'assistenza sociale al trasporto pubblico locale, dalle imprese alla sanità. Già dal primo mattino Vasco Errani ha riunito in una sessione straordinaria la Conferenza delle Regioni; allo stesso modo l'Associazione dei Comuni ha convocato un Ufficio di Presidenza. E che il clima stesse diventando più che caldo lo hanno dimostrato i toni usati dal presidente facente funzione dell'Anci (nonchè vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera), Osvaldo Napoli, il quale, in una conferenza stampa nel primo pomeriggio ha colto l'occasione per giudicare «iniqua» e «pietra tombale sul federalismo» la manovra approvata a Palazzo Chigi. A quel punto, annullato un tavolo tra governo, Regioni e enti locali, la palla è passata al leader delle Regioni Vasco Errani, che ha concluso la mattinata di lavori della Conferenza con un incontro con la stampa insieme al presidente dell'Upi Giuseppe Castiglione e con il vicepresidente dell'Anci (e sindaco di Reggio Emilia) Graziano Delrio. E qui, leggendo il testo di una nota congiunta, Errani ha annunciato che oggi nel corso della Conferenza unificata «coglieremo l'occasione per illustrare al governo il nostro punto di vista sulle ricadute che la manovra avrà sui servizi». Dopo aver giudicato «con profonda preoccupazione e disagio la decisione unilaterale del governo di rinviare l'incontro del pomeriggio», i tre presidenti hanno ribadito il duro giudizio sulla manovra, «che non assicura il governo del territorio, vanificando di fatto il percorso del federalismo fiscale». L'esecutivo, ha accusato poi Errani, non terrebbe nel giusto conto la dialettica istituzionale, «disattendendo precise disposizioni di legge che impongono una concertazione dei vari livelli della Repubblica nella realizzazione di manovre economiche». Oggi la partita prosegue alle 14 in sede di Conferenza Unificata, al Ministero per i Rapporti con le Regioni.

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