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Intercettazioni: il testo in aula entro luglio

Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto

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La maggioranza rompe ogni indugio e alla fine, per riformare il sistema delle intercettazioni in Italia, sceglie il testo che è ora all'esame dell'Aula di Montecitorio: un testo messo a punto dal Governo che è stato già approvato dal Senato e dalla Commissione Giustizia della Camera nel luglio del 2010. La decisione è stata comunicata ufficialmente ieri quando, nel corso della riunione dei capigruppo del primo ramo del Parlamento, il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto ha chiesto di rimettere il provvedimento all'ordine del giorno dei lavori dell'aula di luglio. La richiesta del centrodestra di ricominciare da quel testo che viene calendarizzato però l'ultima settimana del mese, prima della pausa estiva, ha scatenato la protesta del Pd, dell'Anm e della Federazione nazionale della stampa. «La legge sulle intercettazioni – commenta subito il capogruppo dei democratici in Commissione Giustizia Donatella Ferranti – non è certo una priorità per la giustizia italiana. Per questo, quando l'esame del provvedimento riprenderà in Aula faremo una dura opposizione utilizzando tutti gli strumenti parlamentari di cui disponiamo». E dura è anche la presa di posizione dell'Anm. Le intercettazioni, ha affermato il presidente Luca Palamara, «sono uno strumento indispensabile per l'accertamento dei reati» e poi, ha aggiunto, «la giustizia ha altre priorità». La richiesta del Pdl di portare il ddl del Governo in Aula è, per il segretario della Fnsi Franco Siddi, una «forzatura inutile» e «un'operazione miope e disperata, da esaurimento nervoso che non corrisponde a nessun bisogno reale del Paese, ma solo alla loro ansia di non vedere le scomode notizie di cui si ritrovano protagonisti». Il Pdl però è più che mai deciso. Secondo Cicchitto, si potrà votare anche a settembre, ma l'importante è che se ne cominci l'esame prima dell'estate. È giusto fare una legge su questo tema, incalza il ministro per i Rapporti con il Parlamento Gianfranco Rotondi, ma non si vede il motivo di fare le cose con la fretta. Eppure, nel centrosinistra, c'è chi sospetta che dietro la decisione di calendarizzare l'esame del provvedimento l'ultima settimana di luglio si possa nascondere anche un tentativo di «blitz». E il testo, infatti, è già pronto e lo stesso Cicchitto oggi conferma che potrebbe anche non subire modifiche rispetto alla versione uscita nel luglio scorso dalla Commissione Giustizia. Insieme alla maggioranza, se il testo rimanesse quello, potrebbe votare anche una parte dell'opposizione, rendendo tutte le cose molto più facili. «Del resto – sottolinea il capogruppo del Pdl in Commissione Giustizia della Camera Enrico Costa – se questo testo venisse votato a scrutinio segreto sono certo che verrebbe approvato anche da buona parte del centrosinistra...». Il Pd, nel frattempo, però, fa la voce dura. Aprendo però una sorta di diatriba interna tra deputati e senatori. Secondo il presidente dei senatori Anna Finocchiaro, infatti, si dovrebbe ripartire, per parlare di intercettazioni, dal progetto di legge che porta la sua firma e quella di Felice Casson. Alla Camera, invece, assicura un altro Democratico di spicco Lanfranco Tenaglia, si sostiene che il dibattito andrebbe ripreso dalla proposta di legge presentata dallo stesso Tenaglia e da Walter Veltroni. Il centrodestra, però, non sente ragioni e va avanti senza tentennamenti sul proprio disegno di legge.

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