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Bossi e il Cav, c'è l'accordo: uffici al Nord

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Il governatore veneto Luca Zaia

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Berlusconi non cede. Questa volta la Lega dovrà accontentarsi: al Nord si potranno trasferire solo gli uffici di rappresentanza di alcuni ministeri, probabilmente con funzioni operative. Di più il Cav non ha intenzione di concedere all'Umberto che ora dovrà trovare il modo migliore per spendere una «mezza» vittoria in un vero e proprio successo leghista. Un risultato che i vertici del Carroccio esalteranno domenica 19 giugno durante la 27esima edizione del raduno di Pontida. E sarà proprio in quel «sacro prato» nordista che la Lega non solo darà il via alla raccolta di firme sulla «proposta di legge di iniziativa popolare per la territorializzazione dei ministeri» presentata da Calderoli in Corte di Cassazione ma anche darà indicazioni sul luogo dove potrebbero essere aperti gli uffici dei dicasteri delle Riforme e della Semplificazione. Una vera e propria novità dato che la sede di quegli sportelli potrebbe essere proprio Pontida. Eppure, nonostante l'accordo siglato tra Bossi e Berlusconi l'altra notte e ribadito dallo stesso premier ieri durante un vertice a palazzo Grazioli con lo stato maggiore del Pdl, le polemiche sulla pretesa dei Lumbard non si è smorzata. A tenere alto il livello dello scontro è il sindaco di Roma Gianni Alemanno che, dopo essersi sfogato («È inaccettabile che Roma come Capitale sia sempre sotto pressione»), ha messo le mani avanti: «Se l'iniziativa della Lega dovesse andare avanti, diventerebbe inevitabile chiedere le dimissioni di Calderoli e degli altri ministri sostenitori della proposta». Affermazioni alle quali hanno fatto seguito quelle del ministro della Cultura Giancarlo Galan («Una puttanata intercontinentale. Un errore fondamentale, marchiano, evidente sotto tutti i profili») e quella del leader de La Destra Francesco Storace che ha presentato in consiglio regionale una modifica dello statuto che bloccherebbe i trasferimenti. Grasso che cola per le opposizioni che compatte continuano nella loro azione disturbatrice. Il Pd Davide Zaggia «esprime piena condivisione alle tesi di Galan che testimoniano l'alto grado di coesione di una maggioranza ridotta a pulviscolo» e l'Udc Luciano Cicchetti propone una grande alleanza tra le istituzioni «per contrastare questa folle idea». Posizioni opposte invece arrivano dal presidente del Veneto, il leghista Luca Zaia: «Tutto quello che è federalismo è centripeto. Il decentramento dei ministeri è un progetto della Lega e ne abbiamo parlato in tempi non sospetti». Polemiche a parte, il ministro Calderoli ha trovato il motivo per essere ugualmente soddisfatto. Infatti ieri le commissioni Bilancio di Camera e Senato e dalla bicameralina sul federalismo fiscale hanno dato il via libera al settimo decreto attuativo sul Federalismo, riguardante l'armonizzazione dei bilanci pubblici. Un decreto che oggi verrà portato in Consiglio dei Ministri per l'approvazione definitiva e che ha fatto esultare il ministro: «Finalmente da adesso i bilanci pubblici potranno diventare trasparenti, comprensibili e confrontabili tra loro, cosa che finora non era mai stata realizzata».

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