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Il Terzo Polo ha deciso di non decidere

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.Una «strategia» molto italica che mira a proteggere Fli. A impedire che il partito del presidente della Camera si sgretoli sull'opzione di voto nei ballotaggi delle amministrative. E allora ecco la geniale trovata delle dirigenze nazionali dei tre partiti che compongono il cosiddetto Terzo Polo: «Né con gli uni né con gli altri», come ha sintetizzato con filosofica equidistanza Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc, al termine di un incontro tra Pierferdinando Casini, Gianfranco Fini e Francesco Rutelli con il candidato del Terzo Polo a Milano Manfredi Palmeri. Una riunione alla quale hanno partecipato anche i coordinatori nazionali e regionali. Questo strano «soggetto» politico, che ha come azionista di maggioranza i centristi di Pierferdi, ha deciso di non decidere. Una cosa che gli riesce benissimo. L'orientamento è chiaro, cristallino: non schierarsi. Un piano che vale sia per le comunali di Napoli che per quelle di Milano, le uniche due metropoli che andranno al ballottaggio fra meno di due settimane. «Perché ci dovremmo schierare a Napoli? - si è domandato parlando con i giornalisti Ciriaco de Mita, coordinatore campano dell'Udc e noto bizantinista - È come se ci si chiedesse di cambiare nome; noi abbiamo già detto chi siamo». Stesso discorso per la capitale culturale del Belpaese: né con la Moratti, né con Pisapia, ripete lo stanco copione indecisionista. L'idea è quella di fornire solo l'indicazione di alcuni temi «essenziali» ai cittadini. «Non siamo noi dirigenti nazionali a dover dire cosa dovranno fare i singoli candidati sindaci. Sono Manfredi Palmeri e Pasquino ad averci messo la faccia e sono loro gli unici legittimati a decidere cosa fare da qui al ballottaggio», ha sottolineato ieri il leader dell'Udc. «Non siamo interessati a portare soccorso a chicchessia, tanto meno se sollecitati con pretestuosi riferimenti a situazioni giudiziarie o politiche che nulla hanno a che vedere con la città», ha precisato Cristiana Muscardini, vicepresidente dell'assemblea nazionale del Fli. E Fini ha ammonito: «Chiunque pensi di creare divisioni nel Terzo Polo in vista dei ballottaggi e poi della prossima attività politico-parlamentare dei mesi che ci attendono, è meglio che cambi i suoi piani», poiché il Terzo Polo, «resterà» unito. «Chi ha voluto politicizzare ed estremizzare queste amministrative ha sbagliato. E proprio il turno di ballottaggio dovrà essere un'altra tappa della fuoriuscita da questo bipolarismo guerriero», ha aggiunto Francesco Rutelli. Che poi ha ribadito: «I nostri candidati sono stati chiari. Adesso la parola spetta agli elettori». In effetti i «loro candidati» non hanno dubbi. Manfredi Palmeri esplicita la scelta della sua coalizione per il ballottaggio meneghino: «Noi staremo con noi stessi perché non ci interessava un'operazione mordi e fuggi ma una a largo respiro. I cittadini ci hanno votato per dare vita ad un cambiamento. Cambiamento significa una forte critica nei confronti di chi ha governato finora, ma cambiamento non è certo Pisapia». Limpido anche Raimondo Pasquino, che corre nel capoluogo partenopeo. «Non faremo alcun apparentamento o accordi di sottogoverno. Il nostro programma è la stella polare cui faremo riferimento, e su questo De Magistris e Lettieri devono esprimersi. No al miracolismo dell'ultimo periodo della campagna elettorale». Ma nessuno, ormai, spera nel buon senso e in un sussulto di realpolitik. Sarebbe davvero un miracolo.

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