Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Ordine d'arresto per Gheddafi

Gheddafi

  • a
  • a
  • a

Ormai Tripoli è diventata obiettivo ufficiale della Nato che ieri ha intensificato i raid sulla capitale. Ma la notizia che continua a dominare l'interesse internazionale è sempre quella relativa alla sorte di Gheddafi. All'alba c'è stata una serie di bombardamenti contro la residenza-fortezza del Colonnello nella capitale che, secondo il regime, ha provocato tre morti e 27 feriti, tutti civili. Il complesso fortificato di Bab al-Aziziya è stato colpito da quattro missili. Da fine aprile il regime ha installato in un'ambasciata straniera a Tripoli sofisticate apparecchiature elettroniche che Jalil avrebbero permesso al Colonnello di essere informato in anticipo sui raid. Non a caso, per testimoniare dello stato in vita del Raìs, la tv di Stato aveva trasmesso l'altra notte immagini di Gheddafi impegnato in una serie di incontri ufficiali con diversi capi tribali in un hotel a Tripoli. I filmati sarebbero stati registrati nella giornata di mercoledì mentre si rincorrevano le voci che danno il Colonnello libico in fuga dalla capitale. Il Colonnello non appare in pubblico dal 30 aprile, quando un raid della Nato sul suo bunker uccise il figlio minore. Ma c'è una novità: l'ordine d'arresto della Corte dell'Aja per Gheddafi nelle prossime due settimane. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Frattini, a Cagliari per incontri elettorali. «Sul termine della missione in Libia c'è un momento chiave: alla fine di questo mese, con tutta probabilità, l'Aja emetterà un ordine di arresto a carico di Gheddafi e di altri esponenti del regime, forse anche alcuni suoi familiari. Da quel momento non sarà più immaginabile un'uscita di scena del Colonnello dal Paese. Tutta la comunità internazionale avrebbe obblighi giuridici e non militari per perseguire Gheddafi, come si è fatto per Milosevic, Mladic e col presidente del Sudan». Dal punto di vista diplomatico, secondo il ministro degli Esteri, ci sono le condizioni per costituire in Libia a un governo di unità nazionale. E da Londra il capo del Cnt ha chiesto di «avere armi» e ha ribadito, rivolto alla Nato, di considerare Gheddafi «un legittimo obiettivo. Oggi il capo degli insorti, Mahmud Jabril, sarà alla Casa Bianca, ricevuto da Tom Donilon, consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente Obama: si tratta della prima visita ufficiale a Washington di un esponente del Cnt. Il Consiglio nazionale transitorio libico è stato finora considerato un interlocutore affidabile ma non è stato ancora riconosciuto ufficialmente. Nel frattempo, i ribelli del Cnt di Bengasi - per bocca di Jabril - aspettano l'approvazione al Congresso Usa di una legge che «scongeli» e assegni loro 180 milioni di dollari di fondi di Muammar Gheddafi. Il Consiglio Nazionale Transitorio ha completato la formazione del governo degli insorti con la nomina tra gli altri del responsabile dell'Interno e della Difesa: il primo è Ahmed al-Darrate, ex giudice, mentre Jalal al-Dgheli è il responsabile della Difesa. Vicepremier e ministro degli Esteri è Ali al-Issawi, ex ambasciatore in India e tra i primi diplomatici ad abbandonare Gheddafi. Mahmud Jabril resta premier mentre Mustafa Abdul Jalil, rimane alla guida del Cnt.

Dai blog