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Una Regione di onorevoli imputati

Raffaele Lombardo

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Tre arrestati e diciassette indagati. A cui s'aggiunge una quarta richiesta d'arresto in corso. Non sono numeri di una grande operazione anticrimine, ma è la posizione di venti deputati del Parlamento siciliano. Che, richiamando la cabala, fa «paura», dato che sono proprio novanta, i parlamentari che siedono a Sala d'Ercole. Le ultime manette sono scattate poco più di quarant'otto ore fa per Riccardo Minardo, parlamentare del Movimento delle autonomie di Raffaele Lombardo. Il deputato regionale, è stato arrestato dalla guardia di Finanza, insieme ad altre quattro persone, nell'ambito di un'inchiesta su una presunta truffa legata a finanziamenti statali ed europei. Le accuse nei confronti di Minardo sono di associazione per delinquere, truffa aggravata e malversazione ai danni dello Stato. Per la politica siciliana è una questione morale? Al di là del filosofeggiare e degli interrogativi che lasciamo ai grandi politologi, in Sicilia regna una certezza: una politica attenta a tutto tranne ai siciliani, stando ai fatti. C'è un governo Lombardo in bilico per una spaccatura nel Partito Democratico tra chi intende continuare a stare a fianco al presidente della Regione e chi, invece, tuona quotidianamente affinché il partito di Bersani molli il governatore Lombardo. Un tira e molla senza fine che ormai dura da circa un anno. Sotto la scure della giustizia c'è lo stesso governatore. La procura di Catania ha chiuso, circa due settimane fa, le indagini dell'inchiesta Iblis che lo vede indagato assieme al fratello e altri 56 persone, di concorso esterno alla mafia. Nei prossimi giorni dovrà decidere se archiviare l'inchiesta o rinviare a giudizio Lombardo. Altra botta alla questione morale in politica la danno i tre deputati arrestati negli ultimi sei mesi, e una serie di indagini delle varie procure siciliane che, negli ultimi anni, hanno coinvolto 17 parlamentari regionali. Un gruppo trasversale agli schieramenti. Oltre a Minardo le porte delle carceri si sono aperte lo scorso 11 marzo per il deputato regionale del Partito Democratico Gaspare Vitrano, sorpreso con una mazzetta di dieci mila euro in tasca per presunti affari su energie alternative e poi trasferito ai domiciliari. Ma per il rappresentante del partito di Bersani la detenzione non appare tutta amara, se così si può dire. Infatti, nonostante gli arresti, continuerà a percepire cinque mila euro lorde al mese in qualità di deputato regionale in attesa che arrivi la sospensione definitiva dal Consiglio dei ministri. Cosa invece che è già avvenuta per il terzo deputato arrestato Fausto Fagone del Pid. Il parlamentare regionale del Popolari d'Italia domani è stato fermato lo scorso novembre nell'ambito dell'inchiesta Iblis della procura di Catania sui rapporti tra mafia e politica.

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